2014
Di Francesco: «Berardi non è come Balotelli»
E su Zaza: «Non era abituato a certe pressioni»
Non è mai stato così in alto il Sassuolo, che si prepara alla sfida contro la Roma. Un match speciale per Eusebio Di Francesco, che soffre di fronte agli scandali che stanno colpendo la capitale: «Per fortuna c’è Totti: se penso alla squadra, penso a lui. Mostra le sue grandi qualità anche nelle cose più semplici. E ha una bella famiglia», ha dichiarato l’allenatore neroverde ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, a cui ha rivelato di non aver avuto un gran rapporto invece con Fabio Capello, che non se la sta passando bene in Russia: «Mi spiace, anche se quando giocavo non avevamo un gran rapporto. Ha un carattere forte, che non significa essere arrogante: nel rispetto dei ruoli, ci siamo sempre detti le cose in faccia. Per uno come lui, abituato a vincere, non deve essere facile accettare un flop. Ma ci sta: non vedo campioni in quella Nazionale».
GLI ANTI-DIVI – Di Francesco non esclude un’esperienza in futuro all’estero: «Perché no, è un’esperienza interessante: Inghilterra o Spagna. Ma prima dovrei studiare le lingue. Esonero? Ho sofferto, ma non volevo piangermi addosso. Così ho traslocato in pochi giorni, ho preso la famiglia e me ne sono tornato a casa, a Sambuceto vicino a Pescara». Migliore, invece, il rapporto con Zeman, ma ha parlato anche dei suoi due attaccanti di talento: «Zeman? Negli anni con lui alla Roma mi ha insegnato la cultura del lavoro e la curiosità per lo sport. Potrei parlare per ore con lui senza annoiarmi. Berardi? E’ un talento che deve maturare e che a volte sbaglia, prendendosi qualche cartellino di troppo. Come Balotelli? Il contrario: Domenico è l’antipersonaggio, rifiuta di apparire. Zaza? Di sicuro non era abituato a certe pressioni».