2020
Di Francesco: «Alla Sampdoria non sono riuscito a entrare nella testa dei calciatori»
Di Francesco ripercorre il suo percorso sulle panchine della Serie A: dal Sassuolo alla Roma, fino alla Sampdoria
In collegamento con gli studi di Sky Sport, Eusebio Di Francesco ha risposto alle domande dei fan. Ecco le parole del tecnico.
CENTROCAMPO ROMA – «Era un grande centrocampo, con grande qualità tecniche e mentali. Ero un po’ pentito di aver accettato di mandar via Nainggolan e Strootman. Mi è dispiaciuto. Loro dal punto di vista emotivo, negli allenamenti, erano importanti. Interagivano con gli altri per fare quello che chiedevo. Ne ho sentito la mancanza l’anno dopo alla Roma. Specialmente per gli atteggiamenti».
SAMPDORIA – «La cosa più “bella” di questo momento difficile è riguardare partite del passato. Mi emoziono ancora a guardare la partita col Barcellona, e quando l’ho vissuta ero tra i più freddi. Questa partita nasce da un percorso fondamentale, dando un’identità alla squadra. E’ fondamentale entrare nella testa dei calciatori. A volte si riesce, a volte meno, come ad esempio non ci sono riuscito nella Sampdoria per vari motivi».
SASSUOLO – «Sono vicino alla realtà del Sassuolo. Promozione in A? Sono ricordi stupendi. E’ una società seri con dirigenti seri, peccato non ci siano più Squinzi e la moglie».
FUTURO IN PREMIER – «Esperienza in Inghilterra? Mi piacerebbe molto. La Premier è uno dei campionati più invitanti, sto cercando di migliorare l’inglese. Mi auguro un domani di poterci andare».
ATTACCANTI – «Attaccante più forte? Con cui ho giocato voglio sceglierne tre: Montella per la capacità realizzativa, Batistuta per la sua forza e la mentalità, mentre il più scontato è Totti per capacità tecniche e fisiche. Di quelli che ho allenato come talento totale dico Edin Dzeko. Come giocatore in crescita e che non è ancora arrivato è Domenico Berardi. Secondo me lui ha l’ambizione. Ha personalità perché vuole andare dove vuole lui. Chiesa? Penso che abbia caratteristiche davvero importanti, lo vedo come esterno nel mio 4-3-3. Deve migliorare i tempi dell’attacco della porta, ma ha un talento impressionante. Forse superiore a quello del padre».