2015

Di Carlo: «Juventus, ho voglia d’impresa»

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Di Carlo l’ha già battuta con 4 squadre diverse tra campo e panchina

E’ riuscito quattro volte in carriera a battere la Juventus: due da giocatore e due da allenatore e con quattro squadre diverse. Mimmo Di Carlo spera di far crescere le statistiche nella prossima sfida di campionato: «Sarebbe un miracolo, lo so. Però è successo, ed è stata una grandissima soddisfazione. La Juventus è una macchina da guerra, per batterla ci vuole la partita perfetta. È quello che ripeto sempre ai miei giocatori. In questi casi bisogna trasmettere fiducia: per vincere la squadra deve crederci e tutto deve andare per il verso giusto», ha dichiarato a La Gazzetta dello Sport l’allenatore del Cesena, che preferisce i successi da allenatore a quelli da calciatore.

I PRECEDENTI – Come quello sulla panchina del Mantova, a far cadere per la prima volta la Juventus in Serie B: «Fu una sorpresa per tutti, la Juventus era una spanna sopra tutte le altre, infatti stravinse il campionato. Prima dell’inizio dissi ai miei: “Dai, andiamo in campo e facciamo l’impresa, se ci comportiamo da squadra possiamo farcela”. Finì 1-0». La partita più bella per Di Carlo, però, è stata quella del 2009, quando il suo Chievo Verona fermò con una tripletta di Pellissier i bianconeri: «Per me quella è stata la partita più bella, perché a livello tecnico quel Chievo fu impeccabile. Avevamo preparato la gara nei minimi dettagli, non abbiamo sbagliato niente. Non capita così spesso che la squadra riesca a riprodurre perfettamente quello che si è provato in allenamento».

L’AVVERSARIO – Ha cambiato squadre, ma la sua voglia di lottare resta la stessa. Però Di Carlo rende merito a Massimiliano Allegri per il lavoro che sta svolgendo alla Juventus: «Allegri merita i complimenti perché ha cambiato la squadra: con Conte era più aggressiva e intensa, lui ha mantenuto la stessa mentalità aggiungendo equilibrio e saggezza. Mi ricorda il dopo Sacchi al Milan: tutti dicevano che era finito un ciclo, Capello dimostrò che non era così. Noi siamo cresciuti tanto nell’ultimo periodo e dobbiamo consolidare la nostra identità di gioco. La Juve è più forte, noi però possiamo mettergli pressione e togliere tempo e spazio ai giocatori più importanti. C’è voglia di fare l’impresa».

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