2014

Destro, vattene dall’Italia

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Il caso di Mattia Destro, giocatore estremamente prolifico eppure snobbato, è emblematico: in Italia è difficile emergere

DESTRO ROMA GARCIA TOTTI – Da quando la nazionale italiana ha formalizzato il fallimento del movimento calcistico nostrano con l’eliminazione dai Mondiali, si è provato in tutti i modi di capire dove fosse l’errore. Si è iniziato a parlare del tasso di stranieri nel nostro campionato e di quanto scarsa fosse la presenza di calciatori italiani soprattutto nei top team. Allora si è detto di valorizzare i giocatori nati e cresciuti nel nostro paese, di rivoluzionare i vivai, i campionati, di introdurre delle squadre b. Proposte coraggiose, effettivamente degne di nota in certi casi, ma deboli e poco convincenti perché la fiamma patriottica che le sostiene è in realtà tenue.

Una nazione che brama rivendicare la qualità del proprio movimento calcistico dovrebbe coccolare i propri talenti, non affossarli. Prendiamo un esempio a caso: Mattia Destro. Vuoi perché è stato ciccione, vuoi perché il suo nome non ha il fascino esotico di Mapow Yanga-Mbiwa, proprio non ce la si fa a riconoscergli il rispetto e la considerazione che merita. In questa stagione è stato in campo per 494 minuti e ha segnato 4 goal, che fa un goal ogni 123 minuti o se preferite 0,72 goal a partita. Numeri che dovrebbero elevarlo all’altare dei più forti nel suo ruolo e che invece siamo qui a discutere per decidere se è giusto o meno che non abbia giocato un minuto in Champions League in una squadra che ha preso sette goal dal Bayern Monaco. Anche perché sembra che questi quattro goal siano caduti dal cielo e si dimentica che l’anno scorso in 20 partite – solo venti partite perché è stato infortunato – ha segnato 13 goal, maturando statistiche imbarazzanti, tra cui la media di 0,95 goal a partita. Oggi si parla di problemi della Roma, e un po’ come nel caso della Nazionale, si cercano le soluzioni ma non si ha realmente voglia di applicarle. Nelle cinque partite in cui Destro ha giocato dall’inizio, la Roma ha sempre vinto. Non ha nulla a che vedere con il disastro col Bayern (non è entrato in campo), ieri contro il Napoli ha toccato tre palloni nella manciata di minuti destinatagli. Spazio per lui proprio non se ne trova, neppure se a farne le spese dovrebbe essere un 38enne che certo non gioca male, ma che in una galassia normale non dovrebbe farsi problemi a entrare a 10 minuti dalla fine. L’argomento però non sembra convincere una frangia consistente dei tifosi romanisti, che qualcuno ha simpaticamente battezzato l’AS Totti 1976. Quando una delle pagine Facebook romaniste più seguite ha condiviso l’articolo che riportava le ultime dichiarazioni di Destro, il commento con più mi piace recitava: «Pensa al gruppo e corri Ciccio, poi se a fine anno te ne vuoi andare porta chi ti vuole con gli euri e ti saluto».

Ma di commenti raccapriccianti su Destro se ne leggono solitamente a valanghe, in particolare la trita e ritrita storia che segna solo a cinque metri dalla porta. Insensata considerando che:
a) la notizia del giorno è che segnare da 1,2, 10, 12456069 metri non cambia perché il valore del goal è sempre quello;
b) solo poche settimane fa Destro ha fatto questo goal.
Sarà probabilmente un giocatore limitato nel senso che segna e fa poco altro, ma da quando segnare e basta può essere considerato un problema? Il Milan ha vinto due Champions e due campionati con Inzaghi, Trezeguet con la Juventus si è cucito tre volte lo scudetto sul petto. Fatto sta che «fare le proprie valutazioni» – è questo ciò che aveva detto nell’intervista della discordia – dovrebbe essere più che legittimo dopo una così lampante manifestazione di sfiducia. Ad oggi, non solo Destro non è andato ai Mondiali e tuttora non è il perno della nazionale né la stella del campionato, ma il suo orizzonte si limita all’essere il rincalzo che permette a Rudi Garcia di far rifiatare un 38enne. In tutti gli altri angoli del mondo si aggrappano a qualsiasi cosa pur di crearsi una star nazionale, noi abbiamo Destro che ha segnato come nessun altro l’anno scorso in Europa ma lo snobbiamo come il peggiore dei bidoni. Come tutti i giovani meritevoli di questo paese farà la cosa più sensata possibile: andare all’estero, perché qua spazio per gente così non ce n’è.

@FlavioMorrone84

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