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Derby della Mole, Aldo Grasso: «L’eredità del Grande Torino è un peso e un orgoglio. Avrei voluto un campione della Juve con noi. E oggi saranno decisivi Ricci e Maripan»

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Derby della Mole, Aldo Grasso ha voluto rilasciare qualche dichiarazione sulla situazione dei granata in vista del match contro la Juve

Il più grande critico televisivo è un noto tifoso del Toro. Firma del Corriere della Sera, oggi Aldo Grasso viene intervistato da La Gazzetta dello Sport per raccontare come vive il derby che andrà in scena alle ore 18.+

I PRIMI DERBY – «Era il Toro degli anni Sessanta, in cui brillava Meroni. Avevamo Moschino, specialista in lanci lunghissimi, in porta c’era Lido Vieri, in difesa Buzzacchera e Poletti, e poi Cella, con Rosato, che era speciale. Era chiamato Faccia d’Angelo, ma non scherzava: nato a Chieri, era un ragazzo del Filadelfia, è stato uno dei più grandi stopper che l’Italia abbia mai avuto. E pensare che al Mondiale di Messico era partito tra le riserve…».

L’EREDITA’ DEL GRANDE TORINO – «Per i tifosi del Toro è senz’altro l’orgoglio, oltre che un tesoro della nostra mitologia. Bisogna però ammettere che è sempre una sorta di macigno sulle nostre teste. Abbiamo toccato vette altissime, però sappiamo bene che non ci sarà più l’occasione per ritornarci, almeno a quegli indimenticabili livelli. Sì, è vero,abbiamo rivinto lo scudetto nel 1976, eppure non c’è stata nemmeno allora la sensazione di poter ripetere quel ciclo. E non possiamo mai dimenticare i torti che ci sono stati fatti, sia negli anni precedenti sia nei successivi, quando abbiamo sfiorato il titolo».

LO JUVENTINO CHE AVREBBE VOLUTO – Senz’altro Michel Platini. Da solo faceva mezza squadra, nonostante fosse circondato da fuoriclasse. Ma lui era unico e tra l’altro non si è mai permesso di andare oltre le righe nei derby, era molto signorile. A suo ulteriore favore c’è un episodio: la sua biografia gliela ha scritta, tutta in francese, Gian Paolo Ormezzano, grandissimo granata. E infatti c’era molto Torino in quel libro… Ricordo anche Giampiero Boniperti, che aveva conosciuto di persona tutto il Grande Torino e perciò teneva in grande considerazione i rivali cittadini. Ma allora c’era più rispetto, il pubblico assisteva agli allenamenti del Filadelfia: si era più vicini, non era tutto così nevrotico. I tifosi non dicevano ad allenatori e giocatori cosa fare, come giocare: una volta si aveva rispetto delle competenze».

IL DERBY PIU’ BELLO – «Chi si dimentica quando Aldo Serena segnò allo scadere e la Juve non ebbe più il tempo per recuperare (Juve-Torino1-2,18-11-1984, ndr)? Niente male anche la rimonta chiusa dal gol del 3-2 di Torrisi (Torino-Juve3-2,27-3-1983,ndr)».

GLI UOMINI DECISIVI OGGI – «In termini di classe, vorrei fosse Ricci. Se la mettiamo sul muscolare, dico Maripan: lui ha i muscoli da Toro».

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