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C’era una volta Demi-Wall: da pilastro della nuova Atalanta ai problemi con Gasperini
La parabola discendente di Merih Demiral all’Atalanta: da pilastro a oggetto misterioso, nel mezzo il rapporto con Gasperini
Merih Demiral ormai è legato al concetto di “What If“: da pilastro difensivo della nuova Atalanta a oggetto misterioso. Un rapporto mai sbocciato, soprattutto con il tecnico Gian Piero Gasperini.
Il suo primo anno a Bergamo è stato tutto sommato positivo nonostante l’altalena di prestazioni: non si trattava di un difensore completo come il suo predecessore Romero, ma sicuramente aggressività, fisicità interventi duri ma puliti presentavano una buonissima base. Riscatto nerazzurro arrivato all’ultimo momento vista la volontà dell’allenatore, che inizialmente vedeva in lui la base su cui far ripartire una difesa con le batterie praticamente esaurite. L’inizio fu sensazionale dove Demiral fu trascinatore dell’intero reparto portandolo ad essere tra le prime due posizioni della Serie A, avendo anche dalla sua parte un blocco come Toloi, Scalvini e Okoli (permettendo anche qualche rotazione).
Il rapporto con il tecnico di Grugliasco, già condizionato dalla stagione precedente, s’incrina nuovamente da gennaio senza mai trovare un vero e proprio punto d’incontro, e nel girone di ritorno colleziona una media di 27 minuti giocati considerando anche cinque panchine.
Non avere continuità pesa, e quando manca la testa si rischia di dare ragione al tecnico al di là delle potenzialità, anche perché le apparizioni del numero 28 nerazzurro sono lontano parente anche soltanto di 365 giorni fa. A farne le spese? L’Atalanta, ritornata al punto di partenza: accantonando le sue certezze sulla retroguardia ritornando ad imbarcare acqua con la vecchia guardia.
Parlando di futuro l’Atalanta dovrà fare le sue valutazioni dovendo ancora decidere cosa fare con Gasperini, e nel frattempo Demiral si sta guardando attorno (in pole c’è sempre l’Inter, ma non è da escludere anche la pista estera). A fine anno si tireranno le conclusioni, forse anche con qualche rimpianto: a Bergamo giocatori come lui, anche caratterialmente, quasi sempre stati fondamentali, ma certe volte il calcio prende sempre una piega diversa anche con le pedine giuste tra le mani.