2020
Del Piero: «Dybala non deve porsi limiti. Serie A? È meglio finire la stagione»
Lunga intervista sulla Gazzetta dello Sport ad Alessandro Del Piero: queste le parole dell’ex capitano della Juve
Alessandro Del Piero è stato intervistato in esclusiva da La Gazzetta dello Sport dalla sua Los Angeles.
SITUAZIONE USA – «Abbiamo vissuto quello che si è visto in Italia, con qualche settimana di ritardo. Prima un po’ di sottovalutazione, poi an- sia, ora direi paura, ma anche consapevolezza dei comporta- menti giusti da tenere, con senso di responsabilità».
DYBALA – «Non credo che ci fosse bisogno di quel gol per superare un momento che mi pare Paulo si fosse già messo alle spalle. Una cosa è certa: numeri del genere dimostrano che è un giocatore con qualità straordinarie. Un gol così bello, piuttosto, deve dargli maggiore consapevolezza. E vado oltre. Chi ha i suoi mezzi, il suo talento e aggiungo pure la sua testa, deve fare ancora di più. Paulo non deve porsi dei limiti e deve conquistarsi il futuro. Nessuno ti regala niente, lo dico per esperienza. Alla Juve più che mai. Devi dimostrare tutto fino all’ultima partita, figuriamoci nel mezzo della carriera. Il percorso di Dybala è appena iniziato e sarà ancora più bello, sempre con la maglia bianconera ovviamente».
NUOVI EQUILIBRI – «Assolutamente no, nessuna favorita. La Juve è un po’ più avanti, per qualità assoluta. Ma nulla è scontato».
RIPRESA – «Non mi piacciono i discorsi demagogici di chi quasi criminalizza chi sta provando a rimetterci in marcia. Per questo dico che quando si avrà l’ok dei medici sarà giusto tornare a giocare, dapprima ovviamente a porte chiuse. E dunque quello che possiamo fare oggi è continuare a lavorare, studiare le formule dei campionati, i calendari».
PARTITA PREFERITA – «In bianconero tra le più famose scelgo Juve-Fiorentina, ovviamente, e la finale di Tokyo contro il River. In Nazionale Italia-Germania del 2006. Tra quelle che vengono ricordate un po’ meno, cito la vittoria con la punizione contro la Lazio, nel- l’anno del mio ultimo scudetto, e in azzurro una che sto rive- dendo in questi giorni su Sky: la semifinale contro l’Olanda a Euro 2000. Ho fatto il terzino per tutta la partita. Un modo per dire ai ragazzi: ehi belli, potete anche avere talento, ma se non sudate e se non vi sacrificate per la squadra, non andate da nessuna parte».
CAMIONATI – «Sportivamente è meglio finire la stagione, attendere il verdetto del campo. Tutto il resto è una forzatura da evitare, finché sarà possibile. Le priorità da affrontare? Credo che un ridimensionamento complessivo delle cifre in ballo sia ormai inevitabile. Va poi affrontato il problema del rapporto con il pubblico: il calcio italiano si è isolato, è distante dalla gente, sia nell’immagine – spesso sbagliata – che si sono fatti loro malgrado molti calciatori, sia per il problema degli stadi, inadatti alle famiglie. Quello è il pubblico da coinvolgere: dobbiamo prenderci quella gente, i ragazzi, le donne»