2009

Del Neri: “C’è grande entusiasmo, meglio affronatare il Milan ora”

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Il tecnico della Sampdoria Luigi Del Neri ha parlato questo pomeriggio in conferenza stampa, a due giorni dall’affascinante sfida interna contro il Milan: “Il derby è sempre un fatto particolare – si legge su sampdorianews.net -, ma è senz’altro meglio pensarci così rispetto che come abbiamo fatto all’andata: ora, infatti, il pensiero da smaltire è positivo. Attorno a noi e dentro di noi c’è grande entusiasmo, ed affrontare una grande squadra come il Milan, in questo momento, è un’ottima cosa: incontrare ora una compagine di alto livello farà  sì che il nostro slancio emotivo non finisca. E le motivazioni entreranno in noi in modo veloce. Adesso i punti contano tanto, è innegabile, ed è chiaro che ogni partita sia importante. Quella di domenica sarà  fondamentale sia per il Milan, che vuole ottenere punti per lo Scudetto, sia per noi che li vogliamo per la Champions. Dal punto di vista della classifica non sarà  uno scontro diretto, ma conterà  molto, anche come entusiasmo per cercare di raggiungere poi l’obiettivo a fine stagione. Come si affronta il Milan? Toccando ferro, mi sembra che in casa la Samp conceda molto poco e, peraltro, un golletto riesce sempre a buttarlo dentro. Domenica affronteremo una squadra con giocatori di grande spessore la cui qualità  tecnica è indiscutibile e, per questo, dovremo fare attenzione ai movimenti difensivi ed essere costantemente al top, non facendoli giocare, concedendogli poche occasioni e, ovviamente, sperando che loro abbiano qualche problema. Perchè per battere le grandi squadre, come ho già  più volte ribadito, occorre che ci siano tutte queste componenti. LA sfida a distanza fra Pazzini e Borriello? Pazzini-Borriello non è la sola sfida. Ce ne sono anche altre, come Cassano-Ronaldinhno, Dida-Storari, o Lucchini-Thiago Silva. Sia noi che il Milan siamo squadre composte da giocatori di grande importanza, ed è ovvio che nascano questi duelli. Tuttavia, per me il più bravo è sempre il mio giocatore. Pur rispettando i talenti degli avversari, ogni allenatore deve considerare infatti i propri elementi come i migliori in assoluto. O almeno, io la penso così”.

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