2014
Del Bosque indice della Serie A
Gioiscono Callejon e Morata (e con loro Napoli e Juve), Torres e Borja Valero come Milan e Fiorentina. No a Llorente
SPAGNA CALLEJON MORATA LLORENTE TORRES BORJA VALERO – Dopo il ciclo continuo campionato/coppe è ora il turno delle nazionali, sul fronte europeo impegnate nelle qualificazioni ad Euro 2016: la Spagna giocherà contro la Bielorussia domani all’Estadio Nuevo Colombino di Huelva e poi martedì prossimo in amichevole ufficiale con la Germania.
LA PRIMA DI CALLEJON – E’ arrivata, forse in ritardo, la prima chiamata per l’attuale crac del Napoli: Josè Maria Callejon – attuale capocannoniere della Serie A – da quando veste la maglia partenopea vive su rendimenti letteralmente impressionanti. I suoi gol complessivi in poco più di una stagione italiana sono già ventotto, un’enormità per uno che non può dedicarsi esclusivamente alla fase realizzativa: Callejon è un esterno che nel particolare impianto tattico di Benitez deve correre su e giù per la fascia e sostenere il terzino, pressare e garantire l’equilibrio ad una squadra che altrimenti ha dimostrato di soffrire anche e soprattutto contro avversari modesti. Convocazione dunque meritata a suon di gol e prestazioni totali: Benitez e pochi altri – al momento del suo approdo – avevano predetto quanto poi si sta verificando, responsabilizzato dal ruolo di titolare e non più di mero outsider lo spagnolo ha vestito i panni del trascinatore fino a diventare il reale oro di Napoli. Piazza che ora può tornare a sognare anche (tanto) grazie al suo nuovo nazionale iberico.
L’ETERNO BALLOTTAGGIO: MORATA/LLORENTE – Sgombriamo subito il campo dai dubbi: chi vi scrive la pensa come Del Bosque. Se tra le Furie Rosse di posto ce n’è uno – considerando l’esplosione di Paco Alcacer e l’intoccabile Diego Costa (non convocato in questa tornata per consentirgli di recuperare a pieno da alcuni frequenti problemi muscolari) – è giusto che questo vada assegnato ad Alvaro Morata. Così come, sempre ad opinione personale, il baby ex Real dovrebbe trovare maggiore spazio nella Juventus rispetto al suo collega e connazionale: tradotto, deve giocare Morata. Più forte, più talentuoso, più esplosivo, per non parlare poi della prospettiva: quest’ultimo classe ’92, Llorente ’85. E’ vero, dalle parti di Vinovo si racconta come probabilmente il giovane appena acquistato dal Real Madrid per venti milioni sia più valido ma che la Juventus giochi meglio quando in campo c’è Llorente: a suo agio Tevez che può svariargli intorno – mentre Morata concede meno punti di riferimento – e più tranquilla la squadra, che può incentrare la sua proposta calcistica sui meccanismi già consolidati nell’ultima stagione. Ma il processo di cambiamento della nuova Juventus di Allegri è in pieno svolgimento ed è particolarmente interessante valutare le prossime mosse in tema attaccante: gli impegni in linea teorica consentono il perdurare dell’alternanza, intanto Del Bosque ha scelto puntando sul vento nuovo.
RESTANO A CASA ANCHE TORRES E BORJA – Il gol (bellissimo) ad Empoli aveva illuso, parliamoci chiaro: Fernando Torres da allora – era la quarta giornata di campionato – non si è più ripetuto e non uscendo da questo tunnel rischia concretamente di confermarsi un caso. Fatica a trovare continuità – di presenze come di realizzazioni – da oramai quattro anni e proprio il Milan doveva e deve essere l’opportunità per rilanciarsi ai livelli che gli competono: El Nino non può steccare e deve tramutarsi nella pedina che eleva le ambizioni del Diavolo. Se Inzaghi non ha ancora trovato la quadratura del cerchio – e a dire il vero non sembra esserne vicino, per questioni che riguardano più la solidità generale che la capacità di trovare la via del gol – è anche perché varia costantemente il suo assetto offensivo alla ricerca di quello buono: una squadra che disputa una sola competizione dovrebbe in tal senso essere maggiormente delineata nel suo undici titolare. Fuori, ancora una volta, Borja Valero: nel nuovo corso iberico poteva arrivare la sua grande occasione considerando le assenze di Xavi e Xabi Alonso (oramai definitive) ed in questa tornata di Iniesta. Nulla da fare: il genietto viola avrebbe oltre ogni ragionevole dubbio meritato la convocazione negli ultimi anni ma si è scontrato con una generazione di fenomeni, proprio quando forse le chance erano tangibili il suo rendimento – così come quello della Fiorentina – ha sofferto di un certo calo complessivo. Ma c’è ancora speranza.