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De Zerbi, lezione alla capolista a San Siro: ma non dite che non è risultatista!
Il Sassuolo ha disputato una grande partita a San Siro contro la capolista Inter. Lezione di calcio dei neroverdi. Ma non accusate De Zerbi di non essere risultatista
Applausi a scena aperta, alla scala del calcio, per il Sassuolo di Roberto De Zerbi. Il 70% di possesso palla non è bastato ai neroverdi per battere la capolista Inter ma la squadra emiliana ha imposto sin dal principio il suo gioco. Numeri incredibili per il Sassuolo, al cospetto della prima della classe (l’Inter ha chiuso l’incontro con il Sassuolo con un possesso palla del 30%, il valore più basso dal 2004/05) con i giocatori neroverdi che hanno fatto la gara. E’ mancata un po’ di brillantezza, uno spunto, poi dalla trequarti in avanti. In totale l’Inter ha completato 313 passaggi, il Sassuolo 802, di questi, 276 sono avvenuti nella trequarti avversaria. A dettare il ritmo Maxime Lopez che ha toccato qualcosa come 170 palloni! Insomma, grandi numeri (Sassuolo meglio anche nei tiri, nelle occasioni) ma l’Inter ha portato a casa la partita. Questo potrebbero obiettare i ‘risultatisti‘. De Zerbi infatti viene inserito nel novero dei ‘giochisti‘ e viene opposto ai risultatisti. Questa scrematura è quanto di più stupido possa esistere nel mondo del calcio.
Non solo giochista: anche De Zerbi è risultatista
Inserire i giochisti, in questo caso De Zerbi, solo in questa categoria è folle. Tutto questo fa passare il messaggio sbagliato e non fa crescere il movimento calcistico italiano. De Zerbi e tutti gli altri che puntano su un determinato tipo di gioco, se vogliamo più europeo, a loro volta sono dei risultatisti. Vivono per il risultato, vengono giudicati in base al risultato, vogliono assolutamente il risultato. Semplicemente hanno scelto un modo diverso per arrivarsi. Giusto o sbagliato che sia lo vedremo forse più in là. Non è detto che il contropiede e il catenaccio siano sbagliati, ma cosa accadrà quando De Zerbi si presenterà a San Siro, con tutto il rispetto per il Sassuolo, con una squadra di fenomeni?