2018

De Rossi sincero: «Non sarò mai un peso per la Roma. Futuro? Forse l’allenatore»

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Il centrocampista giallorosso Daniele De Rossi ha parlato del suo futuro dopo che avrà smesso di giocare

Daniele De Rossi si racconta ai microfoni di Trigoria Night Show, tra passato presente e futuro. Il capitano della Roma ha svelato anche quali sono i suoi progetti quando appenderà gli scarpini al chiodo. Il centrocampista esordisce così: «La Roma va avanti, è andata avanti dopo Di Bartolomei, Conti, Giannini, dopo le peggiori delusioni. Stiamo andando avanti anche senza Totti, che è forse la cosa più dolorosa per i tifosi, figuratevi se non si può superare il post carriera del sottoscritto».

De Rossi prosegue: «Se mi fa male il ginocchio per cinque giorni di seguito, penso che voglio smettere e dico a mia moglie che questa estate ce ne andiamo in vacanza per tre mesi. Appena sto bene, penso subito alla prossima gara. Ma sono coerente, non voglio essere un peso, non voglio essere qualcosa che toglie, ho già le idee chiare sui prossimi anni. Non lo dico mai, mi tengo la libertà di poter cambiare idea, sono un po’ egoista in questo. Fare l’allenatore? Ho grande passione per questo sport, è l’unico ruolo in cui mi vedo nel futuro. Dovrò capire se avrò voglia di sottoporre la mia famiglia allo stress dei risultati, della lontananza o degli spostamenti».

Detto che De Rossi vorrebbe rigiocare Roma-Samp del 2010 perché: «quella squadra avrebbe meritato lo scudetto», sabato contro la Spal difficilmente ci sarà per via della frattura a un dito del piede: «Non so fare delle previsioni sul rientro, è una frattura, quando guarisce guarisce. Era il sesto minuto quando mi sono fatto male, non ho sentito un grande dolore ma a fine primo tempo il piede era già gonfio. Ho capito che qualcosa si era rotto, ma la partita era in bilico e in questo momento c’è bisogno di tutti. Vincendo il derby – aggiunge il capitano della Roma – si è creata un po’ più di convinzione in noi stessi, anche chi zoppicava a livello di prestazioni è rifiorito, basti pensare a Lorenzo Pellegrini».

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