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De Rossi: la fine di un progetto mai decollato davvero

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La più recente immagine di Daniele De Rossi è quella di lui che lascia il campo dello stadio Luigi Ferraris, espulso; quai a non volerlo fare apposto, anni prima nello stesso stadio il giocatore aveva ricevuto la sua ultima espulsione da giocatore in seguito a uno schiaffo dato a Gianluca Lapadula.

Sono passati anni e sono cambiate tante cose: basta con i teatri, basta con le scenate; le proteste sono diventate dimesse, il pubblico non è più dalla sua parte. Per De Rossi l’avventura in panchina alla Roma finisce in quel momento.

Da rimpiazzo a “rimpiazzato”

Durante gli ultimi vagiti dello scorso anno la situazione romana sembrava essere incredibilmente diversa. A metà Aprile 2024, durante le piene fasi “conclusive” delle scommesse serie a, la Roma infatti annunciava la sua intenzione di mantenere Daniele De Rossi dando a tifosi e appassionati un nuovo e importante motivo per essere felici. Tale notizia, lanciata poco prima del ritorno dei quarti di Europa League, aveva anche un chiaro messaggio “propiziatorio” per un progetto che tutti quanti pensavano come solido e a lungo termine, con una visione che andava oltre i semplici risultati sul campo da gioco.

Ironia della sorte, la prima partita con De Rossi alla regia per molti è da considerarsi anche come il “picco” del giocatore in quanto, dopo una prima vittoria, le successive sono state caratterizzate da prestazioni altalenanti, con la qualificazione in Champions svanita all’improvviso e le sconfitte pesanti contro squadre come Bologna e Atalanta. E pensare che la colpa si era data alle aspettative su De Rossi, troppo elevate per le fasi “finali” di una stagione già segnata.

L’esonero di De Rossi, in questo caso, arriva dopo sole 4 partite nel nuovo campionato 2024/2025 ed ha proprio il sapore del tradimento, quello della visione a lungo termine che la Roma sembrava aver abbracciato. La direzione della squadra aveva deciso per un rinnovo a 3 anni, una tempistica tale da voler sancire la volontà di dare tempo e fiducia a una figura che nel club è una vera leggenda e che per anni è stato uno dei nomi centrale delle scommesse Italia su Betfair e oltre.

Azzoppato sul nascere

Le valutazioni tecniche da fare sono tante: De Rossi si è trovato a dover gestire una squadra costruita in fretta e con una rosa incompleta, nonostante l’arrivo di giocatori come Hummels o Hermoso; la difficile opera di bilanciamento dei talenti della squadra, con giocatori come Dybala e Soulé, non è stata portata abbastanza avanti da offrire effettivamente frutti da cogliere.

Sono in molti a pensare che quello di De Rossi sia soltanto l’ennesimo caso di una squadra, la Roma, senza una direzione precisa da prendere. L’esonero è arrivato in maniera improvvisa, di mattina, senza una comunicazione attiva con le parti coinvolte e, sopratutto, senza particolare collaborazione tra le parti: dopo l’addio di Mourinho, infatti, la figura di De Rossi non è stata particolarmente accompagnata dal volere della dirigenza, che aveva bisogno di qualcuno di grado di fronteggiare le difficoltà con pochi strumenti a disposizione.

Ora alla panchina Giallo Rossa ci sarà Ivan Juric, allenatore dal profilo completamente opposto a quello di De Rossi, ennesimo segnale di una dirigenza interessata di nuovo a cambiare rotta senza però proferire una singola parola sulla presenza di veri problemi strutturali, gli stessi che nel corso delle ultime stagioni sono stati una vera e propria palla al piede.

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