2017
De Rossi – Italia, i numeri rendono grande la sua storia
De Rossi sempre più nella storia della nazionale italiana: con 20 reti all’attivo raggiunge Paolo Rossi nella classifica marcatori all-time dell’Italia
De Rossi fa quota 20 nella sfida tra Italia ed Albania: tanti sono i suoi gol nella storia della nazionale di calcio italiana, quanti ne aveva realizzati Paolo Rossi. Con lui si colloca al dodicesimo posto della classifica all-time dei marcatori dell’Italia, preceduto da interpreti tutti attaccanti di ruolo: Gigi Riva a 35, Giuseppe Meazza a 33, Silvio Piola a 30, Alessandro Del Piero e Roberto Baggio a 27, Filippo Inzaghi, Alessandro Altobelli e Adolfo Baloncieri a 25, Christian Vieri e Ciccio Graziani a 23, Sandro Mazzola a 22, Paolo Rossi ed appunto Daniele De Rossi. Unico centrocampista della lista: un traguardo tutt’altro che privo di significato per un calciatore che nell’intera carriera ha sposato due sole cause, quella della sua Roma – società a cui ha consegnato il suo percorso di uomo e calciatore – e di un’Italia a cui ha sempre dato tutto, senza risparmiarsi e risultando spesso un fattore aggiunto in termini di disponibilità, carisma, esperienza ed interpretazione del ruolo.
De Rossi – Italia, una storia felice
La vittoria del Mondiale nel 2006 in Germania aveva già ampiamente raccontato come la storia tra Daniele De Rossi ed i colori azzurri non fosse declinabile tra quelle consuete: l’espulsione rimediata nella seconda gara del Gruppo E contro gli Stati Uniti gli costò praticamente l’intera competizione. Fatta eccezione per una finale in cui l’allora commissario tecnico Marcello Lippi – dopo aver fatto di tutto per non nascondere la delusione dell’evento – lo lanciò nella mischia decisamente a sorpresa: un’ora piena di gioco nell’atto conclusivo al cospetto della Francia di Zidane, subentrato al 60′ in luogo del suo storico capitan Totti, ebbe modo di disputare la mezzora finale dei tempi regolamentari, i due supplementari, per poi battere e trasformare uno dei cinque rigori con cui l’Italia si laureò campione del mondo per la quarta volta nella sua storia, dopo i successi ottenuti nel 1934, 1938 e 1982. Fu il fatidico bastone e carota del condottiero Lippi: lo accantonò ai margini del gruppo per fargli comprendere a pieno l’errore, non difendendolo neanche nelle versioni pubbliche rilasciate alla stampa, lo fece cuocere nel suo brodo per poi – a squalifica scontata – fargli intendere come quella fiducia originaria non fosse venuta meno. Quel meraviglioso successo della nostra storia porta anche il suo nome, il nome di un giovane centrocampista che a 23 anni aveva già messo in chiaro di che pasta fosse fatto.
De Rossi, controverso ma coerente
Daniele De Rossi non è uno che si fa mettere in mezzo, ma preferisce restarsene al suo posto: la storia del capitan futuro, in giallorosso, nella sua Roma, lì dove avrebbe dovuto raccogliere il testimone di Francesco Totti. Che la maglia della sua città ha vestito fino a 40 anni suonati, lasciando in tal senso le briciole a chiunque avesse ambito a seguirlo: ora, scherzo del destino, sono entrambi in scadenza contrattuale con i rumors che si rincorrono negli angoli dell’urbe eterna. Alcuni allenatori ne hanno reso la figura meno centrale, anche solo per brevi lassi di tempo, circostanza che non ha mai minimamente scalfito la devozione alla causa giallorossa. E’ andata così anche per quanto concerne il legame con la nazionale: titolare o meno, fulcro del gioco o portatore d’acqua, De Rossi ha vissuto un decennio da protagonista assoluto dei successi e degli insuccessi che hanno fatto seguito al trionfo in terra tedesca. Nel mezzo due grandi imprese sfiorate: quella dell’Europeo 2012, sotto la guida Prandelli, con l’Italia che si inchinò soltanto alla Spagna nella finalissima della competizione. E l’ultimo indimenticabile Euro 2016, competizione in cui l’Italia di uno strepitoso Antonio Conte ha preso parte da outsider o anche meno, ha saputo far ricredere gli addetti ai lavori e si è via via guadagnata stima ed una fetta dell’Europeo. Belgio dei super talenti battuto, poi la mazzata alla Spagna, infine la dolorosa eliminazione incassata soltanto ai calci di rigore dalla Germania campione del mondo. Questione di centimetri: chissà come sarebbe andata se quella lotteria fosse finita diversamente.
De Rossi, tutte le altre statistiche in azzurro
Altre statistiche significative: Daniele De Rossi è il sesto calciatore per presenze in maglia azzurra. Ne ha collezionate ben 111: prima di lui i soli Gianluigi Buffon (168), Fabio Cannavaro (136), Paolo Maldini (126), Andrea Pirlo (116) e Dino Zoff (112). Con il capitano dell’Italia è l’unico calciatore in attività: circostanza che può condurlo a scavalcare Zoff e Pirlo e diventare il quarto calciatore della speciale graduatoria. Davvero poco male. E’ il sesto anche nella classifica delle presenze da titolare: ne ha 97, avanti a lui i soliti Pirlo (105), Zoff (111), Maldini (124), Cannavaro (132) e Buffon (164). E’ invece settimo per minuti disputati: 8253, oltre ai suddetti lo supera anche Giacinto Facchetti, ampiamente però nel mirino del centrocampista di Ostia. E’ terzo nella classifica dei rigori realizzati: ne ha siglati 4, meglio di lui i soli Baggio e Del Piero. Ben 9 le reti decisive e 19 le partite in cui è andato a segno. Infine una singolare statistica negativa: in compagnia di Antognoni e Causio è il calciatore più espulso nella storia della nazionale italiana: due cartellini rossi, oltre all’episodio citato in partenza è da ricordare l’espulsione rimediata contro la Bulgaria nelle qualificazioni ad Euro 2016.