2020

De Rossi: «A Gattuso e Simone Inzaghi non avrei dato una lira come allenatori»

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Daniele De Rossi ha parlato ai media presenti dopo aver ricevuto il “Premio Calabrese” a Soriano nel Cimino

Daniele De Rossi ha parlato ai media presenti dopo aver ricevuto il “Premio Calabrese” a Soriano nel Cimino. Queste le sue parole riportate da TMW.

PIRLO ALLENATORE – «Lui è stato un fenomeno da calciatore. Ha una visione diversa del calcio rispetto agli altri. E’ un inizio pesante da un punto di vista della pressione, perché la Juve richiede un livello alto e vuole anche i risultati. Ma se volevano uno con le idee chiare hanno scelto la persona giusta. E’ uno che ha gli attributi. Se cercavano uno che si prendesse una responsabilità del genere in una piazza come quella hanno trovato quello giusto».

DE ROSSI PREDESTINATO – «Negli anni s’è detto di tanti che non sono arrivati successivamente. Hanno fatto grandissime cose allenatori a cui nessuno avrebbe dato una lira. Io personalmente su alcuni non avrei puntato, come Simone Inzaghi o Gattuso, non pensavo che sarebbero diventati così bravi. Non pensavo che sarebbero diventati così bravi anche nello sviluppo del gioco. Ho grande voglia e ho qualche idea, ma prima di tutto devo fare il corso».

FRIEDKIN ALLA ROMA – «Io devo fare l’allenatore, il patentino per dirigente lo lascio ad altri. Non mi sento di dare consigli particolari. Il fatto di tenere tutti con i piedi per terra è un bene. Fare promesse che non si possono mantenere è sbagliato, soprattutto in una piazza come Roma».

VICINO ALLA FIORENTINA – «Diciamo che sono molto vicino a fare il corso e spero di avere opportunità importanti. La Fiorentina sarebbe un’opportunità gigante e sarebbe una piazza dove andrei a piedi, ma penso che chiunque andrebbe in una piazza come quella viola. Comunque iniziare in Serie A, in qualsiasi squadra, sarebbe una partenza con i fiocchi. Sono obiettivi di qualsiasi allenatore».

TORNARE ALLA ROMA – «Io devo fare questo percorso prima e poi vedere chi sarà interessato. Parlare del nulla non serve a niente. Ogni parola mia in una piazza come Roma, pesa il doppio. E non è corretto perché c’è un allenatore che sta lavorando. Io devo stare attento a ciò che dico quando si tratta di Roma. Devo rispettare Fonseca e chi sta lavorando. Mio padre mi dice che Fonseca è una persona squisita. Ho grandissimo rispetto per lui».

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