2020
De Paul: «A Udine sto bene però mi piacerebbe giocare la Champions League»
Rodrigo De Paul ha parlato in una lunga intervista a La Nacion: queste le parole del centrocampista argentino
Rodrigo De Paul ha parlato in una lunga intervista a La Nacion, queste le parole del centrocampista argentino.
UDINESE – «Essere un professionista mi rende felice. Tutto quello che ho ottenuto nella mia vita calcistica è stato essere un professionista. In termini di allenamento, cibo, riposo. Per questo motivo sono diventato un giocatore importante in Nazionale. So che essere diventato il 10 dell’Udinese non è come esserlo del PSG. Se giochi male, può esserci una svalutazione, magari da parte di persone che non sono preparate: “Normale, De Paul non gioca per l’Elite, gioca per l’Udinese”. Ma perché dovrei cambiare? Sono immensamente felice per le cose che ho realizzato, vedendo da dove vengo, la famiglia che ho formato. Fare il calciatore è un lavoro per due: posso esserlo grazie alla donna che mi sta accanto. Forte, che mi accompagna, che capisce i tempi del calciatore. Siamo insieme da 11 anni. So che nessuno di quelli che mi stanno intorno, lo fa per interesse: ho amici da quando avevo tre o quattro anni. È una cerchia molto stretta. È un momento di grande felicità e a volte spaventa un po’, perché ti fa pensare che potrebbe arrivarne uno brutto. Ma bisogna goderselo e basta. Vado sempre avanti, tengo tutto dentro e vado avanti».
COME SI VIVE A UDINE – «Qui abbiamo le cose che ci rendono felici. Non abbiamo bisogno di molto. Questa città ci ha accolti fin dal primo giorno, qui siamo diventati genitori. Sembra una cosa piccola, ma per me è molto importante il modo in cui l’ospedale di questa città ha trattato mia moglie e mia figlia. Abbiamo il nostro ristorante, dove passiamo il Natale, i nostri posti per passeggiare, anche mia moglie ha la sua routine. Il club mi ha fatto sentire importante fin dall’inizio, regalandomi una maglietta simbolica per l’Udinese. Mi ha permesso di giocare per la nazionale, di giocare la Copa America al fianco del miglior giocatore della storia. Queste cose creano legami difficili da rompere, sarebbe molto difficile un posto comodo come lo sono qui. Mi piacciono le sfide, mi piace crescere. Voglio giocare di nuovo la Champions League, voglio giocare un Mondiale. Mi preparo ogni giorno per questo, quindi non so cosa può succedere in futuro».
PEREYRA – «All’Udinese Tucu Pereyra è come un fratello per me, ma quando ci alleniamo non ci si può rilassare. A volte mi accusa: “Sei un’altra persona, sei pazzo”, dice. Sa che se lo devo rimproverare, lo farò. Lo capisce. Ora c’è Nahuel Molina, mi è vicino perché gioca a destra e lo faccio impazzire. Ma quando l’allenamento finisce, stiamo lì a bere mate. Sanno che ho un ruolo in campo. E alla fine, c’è un momento per tutto».