2015
De Laurentiis: «Napoli, nessuna punizione. I giocatori in ritiro devono amarsi»
Il presidente lancia una bomba: «L’anno prossimo la prima giornata in 10 città diverse del Mondo»
«Ci sono delle impostazioni sbagliate mentalmente, che impediscono di costruire. Se non puntiamo sui giovani, è inutile avere vivai e investire nello stadio. Penso al ruolo del portiere: Rafael è un giocatore giovane, portiere della nazionale brasiliana. Se penso a Sepe, allora dico: deve aspettare 32 anni prima di poter giocare con noi?». Aurelio De Laurentiis, intervistato dai microfoni di ‘Radio Kiss Kiss Napoli’, chiarisce alcuni dei punti che non ha gradito nelle ultime settimane: «Serve concentrazione, abbiamo investito 98 milioni di euro: non possiamo farlo ogni anno, altrimenti finiamo in C».
VERSO LA FIORE – Un brutto ko, quello in Coppa Italia, alla vigilia del match di campionato con la Fiorentina: «Sarà una partita al cardiopalma, tra due bellissime squadre e con grandi allenatori. Diego Della Valle e suo fratello sono miei soci a Cinecittà, sarà una gara all’insegna della massima sportività. Stadio? E’ un investimento importante, per cui io dovrà rinunciare ad almeno un paio di film».
RITIRO – Poi, sulla decisione di mandare in ritiro la squadra, De Laurentiis spiega: «Non seguo i pettegolezzi o le false piste, io non sono per punire mai. Non è un mio concetto culturale. Però ho deciso di mandare la squadra in ritiro per cercare concentrazione, perché Napoli è una città che distrae. Quando uno finisce alle 12/13 allenamento, può fare tutto: dal vedere vetrine con la propria moglie al perdersi con i videogames. Da ora in poi serve la massima concentrazione, non ci si può più distrarre. La frequentazione forzata, poi, crea anche una solidarietà di gruppo. Per ritrovare verve ed entusiasmo, i giocatori devono amarsi ed appoggiarsi l’un con l’altro. E’ una decisione che spettava solo a me e l’ho fatta io, senza rimpianti. Ho capito che qualcosa non andava: non si può che il miglior attacco della Serie A segni così poco. Smettiamola di parlare di punizione, non ho mai punito in vita mia uno dei miei figli o licenziato alcun dipendente. In ufficio, con me, c’è un’ottantaquatrenne. Serve dialogo, ma tra giocatori. Devono capire di essere un corpus unicum».
LA BOMBA – Prima di chiudere, la bomba: «In questo momento io sono in Lega, sto lavorando con i colleghi ad un’intuizione clamorosa: stiamo cercando di capire se, Sky permettendo, la prima giornata del prossimo campionato si possa giocare in 10 città diverse del mondo: Londra, New York, Giacarta e altro ancora».