2018

De Laurentiis esalta Ancelotti: «Resta 6 anni. Ora voglio vincere. Sarri? Questione di soldi»

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Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha detto la sua su Ancelotti, Sarri, Insigne, lo Scudetto e tanto altro

A tutto Aurelio De Laurentiis. Il presidente del Napoli ha parlato al Corriere dello Sport della sua esperienza con Carletto al timone del club azzurro: «Mi ci sono voluti 5 minuti per trovare l’accordo, altri 5 per formalizzarlo con gli avvocati. Carlo è entusiasta e mi ha detto ‘qui ci potrei restare anche 6 anni’. Con lui parlo di tutto, mi ha colpito soprattutto a livello umano. Prima del Liverpool l’ho chiamato, alle 7 del mattino, e mi ha detto ‘presidente stai tranquillo, la vinciamo’. L’ho preso in parola e all’87’ ho detto: ma vuoi vedere che succedere? E’ successo». Non poteva mancare una frecciata a Sarri: «Aveva altri 2 anni di contratto, avrei potuto trattenerlo ma a un certo punto era diventata solo una questione di danaro. Cosa valeva allora quell’accordo appena scritto? Noi eravamo già passati da 700mila euro a 1.550.000. Poi una volta ha detto che voleva arricchirsi e mi sono chiesto: allora le dichiarazioni sull’amore per la città? Io ci avevo creduto creduto ma poi mi sono domandato: se mi stesse usando come sponda?»

De Laurentiis, mai banale, ha parlato anche dello stadio San Paolo. Il numero uno, quest’anno, non è ancora stato nella sua casa: «Quando avrò capito che, collaborando, sarà possibile portare quell’impianto al livello attuale del Napoli e della bellezza della città, allora ne riparleremo ma non ditemi che sono utopista». ADL ha parlato anche del sogno Scudetto, ancora vivo: «Dopo otto giornate il discorso è chiuso? Ci sarà un momento in cui anche la Juventus potrà rompere? Io penso che sognare di vincere sia possibile, sia nelle corde di questa società che ha fatto passi da gigante e che si è consolidata a livello internazionale. Ora bisogna vincere, Carlo ha tre anni a disposizione, anche se vuole rimanere per 6 anni». Chiosa su Insigne: «Non mi stupisce. E’ un prodotto di Napoli e ha dimostrato di essere un uomo, ha testa. Per me è uno di famiglia»

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