2017

Juve contro Barca, Davids: «Partita equilibrata, Allegri…»

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Cuore più bianconero che blaugrana per Edgar Davids: «Dybala come Messi? A Paulo faranno male questi paragoni. Il Barcellona…»

Sarà stato un incubo per centinaia di avversari, ma con i bimbi Edgar Davids sa trasformarsi: si scopre tenero, affettuoso. Un «pitbull» mansueto. È tornato in Italia per promuovere la sua Monta Juniors, il brand di abbigliamento per bambini e ragazzi di cui è proprietario e direttore creativo. Come ricorda “La Gazzetta dello Sport”, li ha disegnati lui queste divise «urban» da street soccer: «Un altro 2 contro 2, un altro ancora», sorride ai mini-sfidanti agguerriti.

PROGETTI FUTURI E PASSATO – Si ferma solo per qualche chiacchiera sulla Champions: in fondo al Camp Nou oggi si scontrano due delle squadre della sua vita. Davids, è nata in Italia questa vena fashion? «Da voi la moda si respira, ma c’è anche un quid olandese: il calcio di strada è nato da noi e adesso spopola ovunque. Ma Monta Juniors è anche un progetto sociale: col calcio aiutiamo i ragazzi in difficoltà. Evitiamo che prendano brutti giri, li sosteniamo a scuola e al lavoro. Insomma, li prepariamo a un futuro migliore. Nello street soccer devi darti da fare, come nella vita serve grinta e disciplina:se cadi, incassi e vai avanti». Cuore juventino, ma qualche mese felice anche al Barça: come la mettiamo con la sfida del Camp Nou? «È chiaro che ho passato più anni alla Juve, ma porto dentro anche il Barcellona. Quel periodo lì, tra Torino e la Catalogna, è stato il migliore della mia carriera. Tutto ciò che aveva imparato in bianconero, ho continuato a metterlo in pratica al Barça. Entrambe le squadre mi hanno dato fiducia: non puoi essere grande, senza questa parola».

PRONOSTICO – Come vede questo Barcellona? Ha smarrito un po’ sé stesso? «È sempre fortissimo, ma meno rispetto a un tempo: non è più una macchina invincibile. Non dipende dalla partenza di Neymar: pure il motore in mezzo è appannato: negli anni migliori c’erano Xavi e Iniesta al top». Allora la Juve è favorita? «Non so: ha qualche assenza, ma di sicuro non parte sconfitta. Anche nella finale del 2015, con loro al massimo della forma, dimostrò di non essere così inferiore. Anzi, a Berlino ero convinto che ce la facesse». E chi sarebbe allora il nuovo Davids? «Ce l’avevano già: Vidal non era come me, era perfino meglio. Un centrocampista difensivo, un guerriero, capace di far dieci gol l’anno non si è mai visto».

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