Hanno Detto
Darmian: «Lo scudetto è la chiusura di un cerchio. Sul metodo Conte…»
Matteo Darmian ha parlato sulle pagine della Gazzetta dello Sport della stagione dell’Inter. Le sue parole
Matteo Darmian ha parlato sulle pagine de La Gazzetta dello Sport: queste le parole dell’esterno dell’Inter.
GOL – «E pensare che in squadra c’è gente molto più abituata di me a segnare… Ma se arrivano i gol, tanto meglio. Ma ancor più importante è essermi guadagnato la fiducia di allenatore e compagni».
SCUDETTO – «No no, la vittoria sarà l’ora più esaltante. Ora manca ancora qualche punto, speriamo di farli il prima possibile. Questa stagione è stata un crescendo. Ma già dall’inizio sapevamo che avremmo fatto bene».
ANNO GIUSTO – «Quando l’abbiamo pensato? Sassuolo, girone d’andata. Tutto quel che c’è stato prima e dopo. Era una partita delicata per noi, in campionato stavamo lasciando troppi punti per strada. Vincere quella domenica era decisivo per il morale. Se ragiono complessivamente, l’uscita dalla Champions, per quanto negativa, invece di abbatterci ci ha caricato».
SORPASSO AL MILAN – «Cosa ci ha detto Conte? Chiaro e fermo: “Ora loro sono dietro, psicologicamente abbia- mo un vantaggio. Dipende tutto da voi, non facciamo l’errore di guardare gli altri”. E noi l’abbiamo fatto».
SCOMMESSA VINTA – «La prova che ho fatto bene a rientrare in Italia. Nell’ultimo anno a Manchester vedevo poco il campo. I momenti in cui non sei protagonista aiutano a crescere. Ma con il calcio ragiono come da bambino: ho sempre voglia di mettermi in gioco».
DIFFICOLTÀ SOCIETARIE – «Siamo professionisti, abbiamo fatto quel che era giusto fare: concentrarci sul nostro lavoro. E così ci siamo compattati ancor di più».
EUROPEO – «Quella maglia è l’ambizione massima. Ho avuto la fortuna di giocare un Mondiale e un Europeo: sono qui, faccio del mio meglio. Poi vediamo…».
CONTE – «Se l’ho ritrovato uguale? Come se non lo avessi mai lasciato: agguerrito, ha la stessa voglia di allora di portare la squadra al massimo».
VAN GAAL – «Un maniaco delle regole. Fu lui a volermi allo United. Uno dei primi giorni a Manchester mi prese da parte e mi disse “tu sei qui grazie a me. Hai la mia fiducia, ti giocherai il posto con Valencia, sappi che per me il nome non conta”. Così fu».
MOURINHO – «Non ha altri amori al di fuori della vittoria. Gli devo dei trofei, pure un’Europa League».
CONTE RISPETTO AI DUE – «Ha grandi idee, tatticamente è una marcia avanti».
MILAN – «Rivincita? No, del Milan posso solo parlare bene: sono rimasto lì 11 anni, mi hanno fatto diventare uomo. Le nostre strade si separarono perché quel Milan era una grandissima squadra e io avevo solo bisogno di giocare».
HAKIMI – «Se riesco a stargli dietro? Ci provo, ma è dura… Per età e talento, è uno di migliori».
SCUDETTO – «Cos’è per me? La gioia, la chiusura di un cerchio. Ai ragazzi che vogliono di- ventare calciatori dico: non abbandonate mai il vostro sogno, non perdete mai il sorriso neppure di fronte alle rinunce, che pure sono necessarie».