Editoriale

Danimarca da favola, 29 anni dopo un altro miracolo agli Europei?

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La cavalcata della Danimarca continua a presentare forti analogie con gli Europei del 1992: la formazione di Hjulmand sempre più candidata al successo

Quello tra la Danimarca e gli Europei è un rapporto estremamente particolare, forse tra i più incredibili e imprevedibili che il Vecchio Continente ricordi. Se non fosse per l’ancor più pazzesco trionfo della Grecia nel 2004, Euro 1992 sarebbe indubbiamente tra le storie di calcio più romantiche e romanzesche.

Underdog per eccellenza, la nazionale danese riesce a trovare energie fisiche e mentali nelle situazioni più impensabili. Così fu 29 anni fa nel contesto di una manifestazione cui Vilfort e compagni nemmeno avrebbero avuto diritto di partecipare, così è oggi con la drammatica vicenda legata a Christian Eriksen a rafforzare indelebilmente anima e spirito.

Ma la Danimarca non è soltanto “sliding doors”, non è soltanto figlia del “fato”. Questa Danimarca è anche talento, solidità e organizzazione. Difensiva innanzitutto, poggiata sul pilastro del Milan Kjaer ma anche sulla presenza scenica di Christensen.

Nel cuore del centrocampo poi, ecco quantità e qualità ottimamente assortite grazie a Delaney e Hojbjerg, mentre sulle corsie laterali non stanno passando inosservate le prestazioni dell’atalantino Maehle, autore di un assist semplicemente meraviglioso contro la Repubblica Ceca.

E a proposito di Serie A, il talentino della Samp Damsgaard giustifica partita dopo partita l’asta internazionale che ben presto si scatenerà. Mentre al centro dell’attacco il redivivo Dolberg sembra aver finalmente ritrovato se stesso dopo alcune stagioni in chiaroscuro.

Insomma, i ragazzi di Hjulmand non sono una meteora anche se nessuno o quasi li avrebbe pronosticati tra le migliori quattro. Godono, però, di uno straordinario e indubbio vantaggio: la leggerezza. La semifinale di Wembley contro l’Inghilterra sarà un vero Everest tatticamente e tecnicamente, ma al tempo stesso la pressione sarà tutta sulle spalle dei Three Lions. Ecco perché scartare dalle pretendenti al trono questa Danimarca potrebbe rivelarsi errore fatale. Per le avversarie, naturalmente.

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