2013

Daniel Pablo Osvaldo, un attaccante di… movimento

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Ci sono periodi in cui ognuno di noi pensa di avere il mondo contro. Giornate nere in cui si ha la netta sensazione di essere il capro espiatorio del mondo intero convinti di vedere, alzando gli occhi, la tremebonda nuvoletta di Fantozzi. Certo, difficilmente questa sensazione trova contesto nella vita di un piacente calciatore che guadagna sui 2 Milioni di Euro netti l’anno ma d’altronde, ognuno ha la sua croce da portare.

Se non lo avete ancora capito, sappiate che stiamo parlando di Pablo Daniel Osvaldo, numero nove della Roma e a tempo perso sosia di Johnny Depp che in quanto tale, potete immaginarlo, riscuote un discreto successo tra il genere femminile. E la nuvoletta di Fantozzi dove sta, vi starete domandando?? Ricco, bello e di successo, fossero queste le sfighe. Avete ragione in tutto e per tutto, ecco perché vi faccio un breve recap per inquadrare meglio la situazione. Pablo è un oriundo, origini argentine e avi italiani, fattori genetici che 9 su 10 corrispondono ad un carattere che definire fumantino è davvero riduttivo,  atterra ai piedi del Colosseo nella stagione scorsa, dopo un ottimo anno all’Espanyol.

Roma è una piazza calda, fin troppo, e il buon Pablo non è da meno. Qualche espulsione sciocca, atteggiamenti a volte eccessivi ma bilanciati comunque da uno score di tutto rispetto. Sono anni di transizione per la rinnovata Lupa di proprietà Yankee e come spesso accade in questi casi, i risultati sono piuttosto altalenanti. Quest’anno ci si aspettava qualcosa di più o se non altro, uno step verso l’alto, visto anche l’ingaggio come guida tecnica di quello Zeman che tornava nella città eterna a distanza di quasi 15 anni.  Osvaldo i suoi gol li continua a fare, i risultati invece oltre a scarseggiare sono forse anche peggio della gestione Luis Enrique  e a pagarne il conto è il tecnico boemo, non prima di aver sganciato come nel suo stile alcune bombette mediatiche sullo scarso impegno di taluni, De Rossi e Osvaldo tanto per non fare nomi.

E qui ci avviciniamo al fattaccio che incrina il rapporto tra l’italo-argentino e l’ambiente romano. Domenica 10 Febbraio, stadio Marassi, esordio di Andreazzoli sulla panchina della Maggica. Partita ostica, i padroni di casa hanno bisogno di punti e tra l’altro sono in un grande stato di forma. Il risultato lo dimostrerà ma quello che i tifosi giallorossi ricorderanno a lungo, sarà l’ammutinamento del soldato Osvaldo: possibilità di riaprire la partita, rigore per la Roma. Ora, non occorre sottolineare che quando in campo c’è il Totti, tutto passa per i suoi piedi. Questa volta invece, in piena trance agonistica, il buon Pablo strappa il pallone al numero dieci  e batte un rigore che oserei definire antiestetico oltre che  grossolano per il modo, infruttuoso, in cui viene battuto. Apriti cielo, la squadra perde e indovinate con chi se la prendono i tifosi.

In aeroporto i supporter giallorossi cercano il confronto fisico con il giocatore, nei giorni successivi viene danneggiata la sua automobile, la società lo chiama a rapporto. Aria pesante insomma, stemperata dalla vittoria di Sabato sulla Juventus con annessa ottima prestazione in campo del giocatore e supporto pubblico da parte di Capitan Totti. Pace fatta con l’ambiente, sembra.

Ma se è vero che non si vive di sol lavoro, Osvaldo pare nu scugnizz anche nella vita privata. Galeotta è la foto, pubblicata su Twitter, di una fuga d’amore a Praga con l’attuale e nuova compagna. Nuovo polverone mediatico, questa volta orchestrato dalle ex e madri dei figli di Osvaldo che non perdono l’occasione per sottolineare come il talentuoso attaccante preferisca spendere il proprio tempo libero con la nuova fiamma piuttosto che con i suoi figli.

Che sia vero o meno non è dato a saperlo, certo è che quando si definisce Osvaldo attaccante di movimento, beh, lo si intende al 100%.

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