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2015

Dalla sentenza Gonzalo al Carlito’s way: attori dominanti

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Gonzalo Higuain e Carlos Tevez: l’oro di Napoli e Juventus. I due argentini dominano la Serie A

La Serie A ai loro piedi? Beh, se non è così ci andiamo vicino. Molto vicino. Il peso di Gonzalo Higuain e Carlos Tevez all’interno dei rispettivi club è schiacciante e ne giovano le ambizioni complessive di Napoli e Juventus: con due attaccanti del genere è lecito sognare. Il campionato italiano parla argentino – con i due crac ecco Icardi e Dybala – e mostra con orgoglio i suoi due pezzi pregiati.

LA LEGGE DI HIGUAIN – Il Napoli ha pagato oltremodo il balbettante avvio di stagione: la disfatta di Bilbao – una batosta per chi neanche considerava l’ipotesi di retrocedere in Europa League – si è riversata con forza sul campionato lasciando in eredità ai partenopei un handicap compromettente per la lotta scudetto. Il resto lo hanno fatto e tuttora lo fanno le oramai proverbiali lacune in termini di equilibrio: mancano in tal senso i calciatori del tanto agognato salto di qualità e quella ricerca di compattezza mai ottimizzata dalla gestione Benitez. Ma oggi il Napoli guarda avanti con fiducia: con un Higuain ritrovato sul piano della serenità d’animo e dunque della finalizzazione, l’obiettivo interno è il secondo posto. E nel range di classifica attribuibile oggi agli azzurri – dalla seconda alla quarta piazza – il ruolo chiave spetta proprio al Pipita: Napoli-Roma 2-0 (Higuain, Callejon), Fiorentina-Napoli 0-1 (Higuain), Lazio-Napoli 0-1 (Higuain). L’argentino è decisivo negli scontri diretti, sa incidere come pochi nelle circostanze in cui il campione è chiamato ad esaltarsi: vedi anche Doha (doppietta alla Juventus) e tutte le sfide Champions disputate al San Paolo (a ritroso Athletic Bilbao, Arsenal, Olympique Marsiglia, Borussia Dortmund). Ma la stagione del Napoli non si limita al campionato: nel cassetto un sogno che si chiama Stadion Narodowy e che può realizzarsi il prossimo 27 maggio. Lo scenario da brividi è quello della finale d’Europa League di Varsavia: lì dove le velleità partenopee possono incentrarsi – oltre che sulla classe e sulla fame di Higuain – su uno specialista quale Rafa Benitez. Ne ha vinte due, sulle panchine di Valencia e Chelsea, oltre alle due finali di Champions League (una vinta) ai tempi del Liverpool: insomma, lo spagnolo sa bene come si fa.

LA VIA DI CARLITO – La rotta da seguire. Sì, la indica proprio lui. Si può essere il più dominante all’interno di una squadra quando in questa squadra c’è uno come Pogba? Ebbene sì. Perché il vero trascinatore di questa Juventus dei record ha un nome ed un cognome: Carlos Tevez. Carlito, in ricordo dello storico film di Brian De Palma in cui l’inimitabile Al Pacino interpreta Carlito Brigante. Il parallelo di un’infanzia difficile con il protagonista della pellicola è fin troppo lampante, nel barrio di Fuerte Apache abbandonato da chi avrebbe dovuto prendersene cura e di fatto salvato dagli zii materni: parallelo che termina qui, impensabile che il mondo prima o poi non si sarebbe accorto del suo talento naturale. Alle doti concesse da madre natura Tevez – proprio per il suo complesso background di vita – ha aggiunto delle caratteristiche uniche: grinta, fame, cattiveria agonistica, leadership, forza trainante. Esempio. Sì, oggi l’Apache nella Juventus è un esempio: è chi segna nei momenti chiave ma soprattutto chi rincorre l’avversario fino alla propria metà campo in vantaggio di tre o quattro reti. E quando in campo, e per di più nella squadra in cui militi, al tuo fianco c’è uno del genere non puoi fare altro che adattarti: se non te ne rendi conto non sei nel posto giusto per te. Il mondo antijuventino ci sperava: la fama da bad boy si sarebbe confermata anche in Italia. Non è andata così perché sin dal primo istante è stata compiuta una precisa scelta, quella di collocarlo inequivocabilmente al centro del progetto e del mondo Juventus. In questa direzione è andata la proprietà, la dirigenza, Conte – fondamentale in tal senso – e poi Allegri. Carlitos si è sentito importante e non ha tradito: con questo Tevez i bianconeri hanno il dovere o meglio l’obbligo di non accontentarsi. Di provarci. Sì, ci siamo intesi.

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