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Buon compleanno a… Zlatko Dalic

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Oggi è il compleanno di Zlatko Dalic, Ct della Croazia: la sua storia e gli ultimi risultati ottenuti dalla sua Nazionale

Oggi Zlatko Dalic compie 57 anni. Non è certo questo il momento migliore della sua esperienza come Commissario Tecnico della Croazia. La sua nazionale è reduce da due sconfitte di fila che stanno complicando alquanto la situazione nel girone per qualificarsi agli Europei del prossimo anno. Saranno decisivi gli incontri di novembre per sapere se occorrerà passare attraverso i playoff, ma in fondo non è da queste cose che un gruppo come il suo possa essere spaventato.

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Occorre ricordare, infatti, da dove fosse partita la più grande impresa fatta dalla piccola Croazia, rappresentata dall’approdo alla finale dei Mondiali 2018, quando solo una straordinaria Francia ha avuto la meglio di una squadra che unisce talento, personalità e carattere come nessun altro. Dalic venne chiamato proprio per permettere la partecipazione alla competizione, dopo l’allontanamento di Ante Cacic. Operazione perfettamente riuscita nello spareggio con la Grecia. E poi, di gara in gara, un percorso straordinariamente emozionante, con il capolavoro del 3-0 sull’Argentina ai rigori e una sequenza di sfide nella fase a eliminazione diretta senza mai vincere o perdere nei 90 minuti. Che fossero supplementari o rigori, il sogno della Coppa è passato attraverso una sequenza di prove che avrebbero messo ko chiunque, sia sul piano fisico che nervoso. Invece, la Croazia se l’è giocata e il suo essere una squadra capace di tutto è ben riassunto dalla figura di Mario Mandzukic, che in finale riesce a fare un un gol nella propria porta e un altro in quella altrui. Sono cose da film, o meglio, da serial, visto che Dalic ha un contratto che lo dovrebbe portare fino al Mondial2 2026, un riconoscimento più che meritato per quanto fatto finora.

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Certo, anche l’ultima Nations League, quando è arrivata la sconfitta ai calci di rigore con la Spagna, potrebbe far pensare che Zlatko sia un cosiddetto “perdente di successo”. Ma se andate a chiederlo ai 25.000 tifosi presenti alla finale di Rotterdam, ne uscirà fuori un ritratto di grandissimo orgoglio. E non tanto, perché la superficie del loro Paese e il numero di abitanti è infinitamente minore degli avversari con i quali ci si confronta. E non solo per quell’orgoglio nazionalistico che da sempre – da quando sono nati dalle ceneri di un conflitto che ha smembrato la Jugoslavia – li muove con la convinzione che nulla è impossibile. Il punto vero è che la Croazia si sente davvero una grande e lo è davvero, con quell’insieme di giocatori che da Luka Modric ad altri non smette mai di stupire. Perciò non ha torto il Ct quando in Qatar, al raggiungimento del terzo posto, ha detto che «Questa medaglia di bronzo ha un bagliore dorato», ricordando il percorso fatto: «Abbiamo vinto due medaglie in due Mondiali». Un’impresa arrivata dopo avere superato il Brasile, «la squadra favorita alla vittoria finale». Con l’aggiunta di ciò che più solletica il senso della propria identità: «Questa è la Croazia. Mai sottovalutarci, l’avevo detto. Questo non è il nostro punto d’arrivo, adesso andiamo avanti. I miei giocatori non sono normali».

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Per questa consapevolezza di se stessi, Zlatko Dalic non ha esitato a prendere una dura posizione nel 2023, come probabilmente non farebbe nessun altro suo collega: «Sono deluso dall’atteggiamento della FIFA nei confronti della nazionale croata, perché credo fermamente che, sulla base di tutto ciò che abbiamo ottenuto come squadra, meritiamo più rispetto da parte del più alto organo di governo del calcio mondiale. Consultando l’elenco dei 14 candidati al The Best FIFA Men’s Player, a parte il grande Luka Modric, dove sono gli altri giocatori croati?

Non voglio fare nomi, ma davvero non c’era posto per Mateo Kovacic in quella lista? E Josko Gvardiol? La maggior parte lo ha inserito nell’11 tipo, sia per la Coppa del Mondo che per la Bundesliga. E Dominik Livakovic non meritava di essere uno dei cinque finalisti per il premio di miglior portiere, dopo tutto quello che ha fatto in Qatar? Se giocatori e allenatori inglesi, brasiliani, spagnoli, tedeschi o italiani avessero ottenuto i nostri risultati, sarebbero stati selezionati per ogni premio calcistico possibile. Tenendo conto di tutto questo, ho deciso di non partecipare alla votazione per i premi di quest’anno, ma voglio congratularmi con tutti i vincitori per i loro meritati premi. In particolare con Luka per l’eccellente quarto posto. Per me è sempre il numero uno». Uno così non lo si elimina facilmente. Mai. É bene che lo sappiano tutte le altre nazionali e se lo ricordino bene, quando se lo troveranno di fronte.

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