Editoriale

Da Quaglia-Gattuso a Ibra-Maresca, il calcio di strada rivive nel silenzio

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Sembra di essere tornati ai tempi del calcio di strada, grazie a battibecchi e scambi di battute che il silenzio dei nostri stadi ci permette di godere

Insomma, non siamo ancora arrivati al momento del “Chi segna vince” ma la strada è ormai tutta in discesa. Ed effettivamente proprio di strada si tratta in ogni senso, come quel calcio che gli Over 30 giocavano da ragazzini dal pomeriggio alla sera.

Non c’è dubbio che chiunque al mondo voglia rivedere al più presto stadi pieni, colorati e ribollenti di passione. Ma se c’è un piccolissimo, minuscolo privilegio nell’assenza di tifosi sugli spalti è quello che davvero ora è possibile carpire sfumature che mai avremmo potuto cogliere.

E così scopriamo domenica dopo domenica come il calcio dei professionisti sia più simile di quanto pensassimo al calcio di noi amatori. Prendete ad esempio il gustoso battibecco tra Quagliarella e Gattuso (clicca qui per guardare la clip audio-video): a quanti di voi sarà capitato di rivolgere a chi parlava troppo un succulento “Stai facendo la telecronaca”?

O come trascurare la prelibata dialettica che ha condotto al rosso di Ibrahimovic, espulso da Maresca per qualche parolina equivocata o forse no. Con la chicca dell’inserimento di capitan Donnarumma e quel suo “Sempre i protagonisti dobbiamo fare” che qualsiasi giocatore in qualunque categoria avrà indirizzato, o quanto meno pensato, all’arbitro di turno.

Che poi Maresca è esattamente quello del sibillino “Sei sempre tu” sparato da Antonio Conte nell’ultimo mezzo passo falso della sua Inter in quel di Udine. Ma il tecnico salentino si è fatto apprezzare anche nel bene, con un realistico “Hey Haki, porca zozza…grande!” e un ben più romantico bacio al laterale marocchino dopo l’assist vincente per Darmian. Particolarità di un calcio silenzioso sulle tribune ma quanto mai vivo nella sua essenza primordiale, quella che ci fa sentire tutti un po’ più vicini.

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