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Da Pazza Inter a Bulldozer Inter: se ora non fa nemmeno più soffrire…

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I tempi della Pazza Inter sembrano quanto mai lontani: un mese di vittorie senza sofferenze e un ruolino di marcia da schiacciasassi

“No crazy, no more”: le parole di Antonio Conte nel giorno della sua presentazione hanno risuonato lungamente nelle orecchie di chi, alla Pazza Inter, in fondo si era affezionato. A distanza di una stagione e mezza, la trasformazione nerazzurra sembra decisamente ben avviata.

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Il 3-0 contro il Genoa è stato solo l’ultimo indizio di un mese che ne ha disseminati qua e là con imponente costanza. Grifone trafitto da Lukaku dopo una trentina di secondi e successivamente maneggiato con cura e serenità fino al doppio colpo da ko, assestato nel cuore della ripresa da Darmian e Sanchez.

Da manuale del perfetto dominatore, un refrain che ormai pare piacevole consuetudine nelle esibizioni di Handanovic e compagni. E, Benevento a parte, sempre al cospetto di avversarie a medio/alto coefficiente di difficoltà: Fiorentina, Lazio e Milan prima dell’undici genoano, che dall’arrivo di Ballardini in panchina viaggia a media Europa League.

Rischiando qualcosina di più (vedi il derby) o qualcosina di meno, ma sempre lasciando la sensazione di superiorità netta sull’avversario. Un gattone che gioca a suo piacimento con il topolino di turno. Ed è ciò che più deve spaventare le rivali nella corsa Scudetto: l’Inter sembra un bulldozer in grado di schiacciare tutto e tutti, gestendo tempi e modi dell’esecuzione.

Un ceffone alla sofferenza e all’imprevedibilità che hanno contribuito non poco a coniare negli anni il “brand” Pazza Inter. E al tifoso nerazzurro non sembra nemmeno più reale vivere partite che non si trascinano fino al novantesimo tra le palpitazioni.

D’altronde era ciò che proprio Antonio Conte si augurava sin dal suo primo giorno alla Pinetina. Una trasformazione che potrà completarsi definitivamente solo a maggio, con quello Scudetto che il tecnico salentino e tutti i tifosi nerazzurri hanno messo nel mirino. Mai come ora, vietato distrarsi e sedersi sugli allori: la sempre ostica Parma prossima tappa del cammino.

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