2013
Da Ibra a SuperMario: la strategia c?era, nessun ridimensionamento
Il botto di mercato è arrivato forte e chiaro negli ultimi giorni di mercato: Mario Balotelli ritorna in Italia e vestirà la maglia del Milan. L’operazione è un affare: 20 milioni di euro – più 3 di eventuali bonus legati a rendimento personale e di squadra – al Manchester City e 4 di ingaggio all’attaccante della nazionale italiana, che guadagnerà in meno rispetto alla retribuzione assicuratagli dal club inglese.
BALOTELLI ALTERA GLI EQUILIBRI DEL TORNEO – Partiamo proprio da quest’ultima circostanza: la volontà del calciatore di lasciare la Premier e tornare in Italia – peraltro nella squadra in cui da sempre avrebbe desiderato giocare – ha scavalcato ogni altra considerazione. Il suo eclettico procuratore Mino Raiola è stato incaricato dallo stesso attaccante, già da dicembre, di prodigarsi con ogni mezzo per chiudere la trattativa con il Milan. Una storia già scritta dal marzo del 2010, quando l’inviato di Striscia La Notizia Valerio Staffelli gli consegnò per gioco una maglia del Milan e lui la indossò: non si può vestire una maglia rossonera quando sei un giocatore dell’Inter. Il resto è storia dei giorni nostri: dopo aver vinto tutto con l’Inter di Mourinho, Premier ed FA Cup con il City e, da protagonista assoluto, raggiunto una finale ad Euro2012, Mario Balotelli è un calciatore del Milan e va inevitabilmente ad innalzare il tasso tecnico ed atletico della squadra. Classe ’90, un valore aggiunto eccellente oggi e, in coppia con il fenomeno El Shaarawy (’92), potenzialmente devastante in prospettiva: il Milan ha un tandem d’attacco spaventoso sul quale può fondare le proprie fortune per i prossimi dieci anni. Così come la nazionale di calcio italiana.
L’IMPERATIVO DI BERLUSCONI, LA STRATEGIA DI GALLIANI – Tutto prende origine dall’evidente fine di un ciclo glorioso: interpreti del calibro di Nesta, Zambrotta, Gattuso, Seedorf ed Inzaghi alla fine delle rispettive carriere, Pirlo frettolosamente accompagnato alla porta. Un obbligo: rifondare. Servono i fondi per farlo: Zlatan Ibrahimovic ha superato la soglia dei trent’anni, c’è l’offerta del Psg che però vuole anche il miglior difensore al mondo. Si fa: Ibra e Thiago si trasferiscono in Francia, 67 milioni al Milan e ulteriori risparmi su ingaggi milionari almeno quanto quelli dei senatori rossoneri. Una rifondazione di una squadra può essere allegoricamente paragonata ad un trasloco: ad un certo punto ci prendi gusto ed inizi a buttare via tutto. Soltanto che nel caso di un club calcistico non si butta, ma si vende: qualche mese tocca a Pato, non sarà parso vero ai vertici del club di Via Turati ricevere sul tavolo un’offerta di 15 milioni di euro. Nulla rispetto ai 38 che soltanto un anno prima il Psg avrebbe versato nelle casse del Milan per assicurarsi del prestazioni del brasiliano, ma quel che è fatto è fatto: ora si vende. Sorte che presto toccherà allo stesso Robinho. Kakà, Drogba? Balle. “Monitoriamo i migliori under 22 al mondo, acquisteremo soltanto giocatori di questo tipo”, parola di Berlusconi e Galliani, e tutto in effetti andava in direzione univoca: Mario Balotelli, tra i migliori ventiduenni al mondo.
NESSUN RIDIMENSIONAMENTO – Mario Balotelli è un fuoriclasse, poche storie. Il Milan poi è la società giusta per attutire gli effetti collaterali di un carattere sicuramente a tratti sopra le righe. La sensazione personale: Balotelli è un calciatore che per rendere al massimo ha bisogno di sentirsi al centro di un progetto, decisivo insomma, come dimostra l’esperienza recente con la maglia della nazionale italiana. Ed il Milan riparte proprio dai suoi due giovani campioni per riconquistare il mondo. Obiettivo immediato: il terzo posto della classifica, oggi lontano sei punti, per riconfermarsi nella massima competizione europea e provare ad infastidire il Barcellona in una sfida che ora sembra impari (Balotelli indisponibile per la Champions League n.d.r.). Obiettivo a breve termine: proseguire sulla strada della rifondazione rinforzando adeguatamente anche gli altri comparti di campo. Occorre almeno un centrocampista di caratura internazionale e due difensori più credibili degli attuali. Ed un portiere. Il lavoro di Allegri, dopo prevedibili difficoltà iniziali, sta portando i frutti ed il Milan oggi, probabilmente ad eccezione di Juventus e Napoli, sembra avere qualcosa in più rispetto alle balbettanti dirette concorrenti. O, ad ogni modo, nulla in meno. Obiettivo a medio termine: l’ennesimo ciclo vincente di un club che ha fatto la storia.