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Da Coppa UEFA ad Europa League: la storia del torneo
Anche se non è paragonabile per prestigio alla Champions League, anche la seconda competizione europea per club, oggi nota come Europa League, conserva pur sempre un certo fascino. La storia di questo torneo è stata particolarmente travagliata: nata nel 1971, la vecchia Coppa UEFA fu pensata per sostituire la Coppa delle Fiere, che vedeva partecipare delle squadre semplicemente su invito, in base alla presenza delle più note fiere commerciali tra le principali città del continente. La Coppa delle Fiere non è mai stata di fatto una competizione UEFA, motivo per il quale l’albo d’oro della seconda coppa europea non include le vincitrici di quella manifestazione. Poco dopo l’introduzione della Coppa UEFA furono stabiliti criteri di qualificazione ben precisi e a partire dal 1980 è stato preso in considerazione anche il ranking UEFA.
Oggi l’accesso all’Europa League è garantito per quelle formazioni che si classificano subito al di sotto di quelle qualificate per la Champions nei vari campionati nazionali. Tuttavia, alcune federazioni minori, per le quali non è previsto un posto in Champions, consentono alle vincitrici dei campionati di disputare al massimo l’Europa League. Dopo che nel 1999 è stata abolita anche la Coppa delle Coppe, che metteva a confronto le detentrici delle coppe nazionali, anche le vincitrici della Coppa Italia, della Coppa del Re, della Coppa di Germania ecc. hanno acquisito il diritto a prendere parte alla seconda competizione europea, a meno che non fossero già qualificate per la Champions.
Una volta eliminata anche l’Intertoto, nel 2009 la Coppa UEFA ha conosciuto un nuovo stravolgimento ed è stata trasformata nell’Europa League, resa più simile alla stessa Champions. Dal 2015, chi vince l’Europa League si qualifica per la Champions League e dal 2023 può giocarsi la nuova UEFA-CONMEBOL Club Challenge con i campioni della Coppa Sudamericana, ossia l’equivalente dell’Europa League in Sudamerica, posta per importanza subito dopo la Coppa Libertadores. Non sono state poche le modifiche contemplate nel corso del terzo millennio e altre sono attese nel prossimo futuro. Dalla stagione 2024/2025 entrerà in vigore un nuovo format dell’Europa League e non saranno più previste retrocessioni nelle competizioni europee inferiori. Dal 2021, comunque, gli incontri della fase ad eliminazione diretta sono permeati già da uno spirito diverso in virtù dell’abolizione della regola sui goal in trasferta, ai quali non viene più riconosciuto un valore aggiuntivo.
Ma come si è arrivati a questo punto? Fu Michel Platini, nel corso della sua presidenza alla UEFA, a decidere di andare a ritoccare le varie coppe continentali, anche a costo di cambiarne la denominazione, come accaduto proprio con il passaggio da “Coppa UEFA” ad “Europa League”. Si pensò quindi di uniformare la lista di accesso alla competizione, indicando un numero fisso di squadre e regolando meglio le situazioni di quelle compagini provenienti da Paesi come il Liechtenstein, addirittura sprovviste di un campionato nazionale. Fino al 2013 tutte le squadre qualificate, tranne quella campione in carica, erano costrette a giocare i turni preliminari, poi si decise di premiare le federazioni in base al coefficiente confederale per consentire un accesso diretto alla fase a gironi. Alla fine si ricavava un totale di 48 club, di cui 10 eliminati dai preliminari di Champions League, che componevano i gruppi. Dalla stessa Champions si aggiungevano all’inizio della fase ad eliminazione diretta le terze classificate dei gironi. Per diverso tempo l’Europa League è stata l’unica competizione ad includere il turno dei sedicesimi di finale: una differenza sostanziale rispetto alla Champions, che portava quindi un numero nutrito di squadre a giocare 2 partite in più.
Oggi l’albo d’oro dell’Europa League vede in testa il Siviglia con 7 successi, tutti ottenuti dal 2006 al 2023. Gli andalusi sono peraltro gli unici ad essere riusciti a vincere la coppa per 3 anni di fila, precisamente dal 2014 al 2016. Ammontano invece a 3 i trionfi di Inter, Juventus, Liverpool e Atletico Madrid, ma solo i “colchoneros” hanno vinto nell’era successiva a quella della Coppa UEFA, conquistando la prima edizione dell’Europa League per poi ripetersi nel 2012 e nel 2018. Le altre squadre italiane presenti nell’albo d’oro sono il Parma (con 2 successi datati 1995 e 1999) e il Napoli (vincitore nel 1989). Quella crociata è peraltro l’ultima formazione italiana ad aver messo le mani sulla seconda coppa continentale per club. Le quote vincente della UEFA Europa League di quest’anno danno però qualche piccola speranza di vittoria alle squadre provenienti dalla Serie A. Alle spalle di Liverpool e Bayer Leverkusen c’è infatti il Milan nel novero delle favorite, mentre tra le potenziali outsider figurano Brighton, Atalanta, West Ham e Roma, finalista della passata edizione.