2013

Da Bradley a Balotelli, i top&flop della nona giornata di Serie A

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TOP&FLOP SERIE A PAROLO BRADLEY – Con il positicipo tra Lazio e Cagliari, conclusosi con la vittoria della truppa biancoceleste, è stato interamente completato il nono turno. Ecco i protagonisti – in positivo e in negativo – della giornata appena trascorsa.

TOP

BRADLEY – La ciliegina sulla torta. Lui, americano del New Jersey, regala un successo storico alla Roma degli americani: 9 vittorie su 9, 23 gol fatti e uno solo subito, eguagliato il record di vittorie della Juve di Capello nella stagione 2005/06. Mancava dal primo settembre e, nella sua esperienza in giallorosso, aveva segnato una sola rete sino a ieri – 7 ottobre 2012, Roma – Atalanta 2-0. The perfect day.

PAROLO – Alla vigilia della gara con il Milan il presidente Ghirardi era stato chiaro: «il mio miglior acquisto? Dico Cassano, ma Parolo sta facendo benissimo». Il numero 1 gialloblù è stato a dir poco profetico: vittoria per 3 a 2 sui rossoneri con gol di Cassano (1) e Parolo (2). L’ex Cesena sta stupendo tutti: al dinamismo mostrato in mezzo al campo abbina grande intelligenza tattica e un perfetto senso del gol. Calcia con naturalezza sia con il destro che con il sinistro, segna da vicino e da lontano. Nell’ultimo mese e mezzo ha realizzato 5 gol: se riesce a mantenersi su questi livelli, il Mondiale può diventare realtà…

CUADRADO – Incontenibile. Il colombiano è uno dei pochi giocatori in grado di decidere da solo le sorti di una gara: oltre ad essere imprendibile in velocità è anche tecnicamente fortissimo. La doppietta con il Chievo è lì a dimostrarlo: tre punti pesanti che lo rendono sempre più uomo copertina di questa squadra.

TEVEZ – E’ il top player che mancava alla Juventus. Freddo sottoporta, lucido nel servire assist prelibati ed esempio per il resto della squadra: è sempre il primo a ripiegare in fase difensiva, tanto che a volte lo si trova anche negli ultimi venti metri bianconeri. Con il gran gol al Genoa si porta a quota sei nella classifica delle reti segnate: in cinque occasioni la squadra di Conte ha portato a casa il successo, mentre solo a Firenze il gol di Tevez non ha regalato punti.

FLOP

BALOTELLI – Doveva essere l’inizio di nuova era, del Balotelli maturato: senza cresta, orecchini e Ferrari, Mario si rende protagonista di una prestazione impalpabile. Nessuna giocata degna del suo grande talento, l’unico episodio per cui si fa notare è l’ammonizione ricevuta per simulazione. Ma, più che il nuovo, è sembrato di aver rivisto il vecchio Balotelli. Allegri lo toglie sul 2-0 per il Parma: un messaggio chiaro, perché da oggi conteranno solo i fatti, non le tante – troppe? – parole.

DOVERI & DE MARCO – La premessa da cui è obbligatorio partire è che Juventus e Napoli hanno dominato rispettivamente contro Genoa e Torino: rossoblù troppo rinunciatari, con ben sei difensori in campo dal primo minuto, mentre i granata sono apparsi totalmente sulle gambe. D’accordo, ma gli errori dei direttori di gara restano comunque gravissimi: allo Juventus Stadium Doveri assegna ai padroni di casa un rigore inesistente, visto che il contatto tra Biondini e Asamoah – netto – avviene fuori area, con l’arbitro a tre metri di distanza… Peggio riesce a fare De Marco: assurdo il secondo rigore fischiato contro il Torino. L’errore, forse, è da attribuire a Mazzoleni, che segnala il fallo – che non c’è – di mano di Glik, ma il fischietto ligure era in posizione perfetta per decidere da solo. 

CATANIA – Il pareggio interno con il Sassuolo è la perfetta immagine del Catania allo stato attuale: piatto, senza carattere. Il cambio di panchina avrebbe dovuto portare una reazione almeno dal punto di vita psicologico e invece se Zaza non avesse calciato clamorosamente a lato staremmo parlando di un altro ko. L’unica nota positiva arriva dalla difesa, che, nonostante l’emergenza, non è stata perforata. Ma per arrivare ai 40 punti serve ben altro.

GENOA – Il discorso è sempre lo stesso: ha senso non giocarsela per provare a strappare, al massimo, un punticino? Gasperini schiera dal primo minuto sei difensori: il gioco non c’è, e anche i singoli – vedi l’isolato Gilardino – ne risentono. L’attacco e la forza della Juventus sono stellari, vero, ma sapendo che la difesa bianconera sta attraverso un momento di difficoltà, forse non avrebbe avuto più senso schierare almeno uno – se non due – tra Centurion, Stoian e Feftatzidis? 

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