2015

Da amichetto di Neymar a Felipe Anderson: il futuro è già qui

Pubblicato

su

La rubrica “10… e lode” è oggi dedicata al nuovo fenomeno della Lazio: il brasiliano Felipe Anderson

Il talento è sbocciato. Ed ora promette scintille. Gli amanti di un certo tipo di calcio lo aspettavano impazienti: l’amichetto di Neymar s’è fatto grande e corre a gambe levate per districarsi da un accostamento troppo ingombrante. Felipe Anderson Pereira Gomes, classe 1993, luce di una Lazio ambiziosa come raramente è accaduto nel recente passato.

CON NEYMAR AI TEMPI DEL SANTOS – Un’amicizia nata sui campi da gioco e rinsaldata nel tempo: quando parli lo stesso linguaggio calcistico le possibilità di trovare punti in comune si moltiplicano. Tre anni insieme con la maglia del Santos, dal 2010 al 2013, ed un’affinità elettiva valsa due titoli nazionali (Campionato Paulista) e la tanto ambita Coppa Libertadores: ovviamente, dando a Cesare quel che è di Cesare, con due pesi assolutamente differenti. Neymar ha iniziato a scrivere la sua storia segnando statistiche che – tra club e nazionale – sono intercettate dal solo Pelè, Felipe Anderson (un anno più giovane dell’astro brasiliano) intento ad apprendere gli strumenti del mestiere pur recitando la sua parte. Il resto è attualità: uno al Barcellona con Messi per conquistare il mondo, l’altro studia da fuoriclasse alla Lazio. In mezzo un’amicizia sovente rivendicata da entrambi.

FELIPE ANDERSON OGGI – Per il fantasista biancoceleste Neymar è il punto di riferimento: più ci si avvicina a quel parametro e maggiori sono le chance di entrare a far parte della storica nazionale verdeoro dopo aver già militato nelle selezioni giovanili del Brasile. Giocare per la propria patria è – o meglio dovrebbe essere – il sogno di tutti, un sogno che per chi è nato nella patria del futebol bailado è ancor più totalizzante. Speranza che passa e passerà inevitabilmente dalla Lazio: le ultime partite disputate da Felipe Anderson hanno il sapore del fenomeno. Gol, sei complessivi, uno più bello dell’altro, assist di pregevole fattura soprattutto se paragonati al tasso di difficoltà con il quale vengono eseguiti, rapidità impressionante che lascia stupefatti se la si considera palla al piede, visione di gioco a tutto campo e varietà di soluzioni – calcia tra l’altro con entrambi i piedi – che lo rendono un prospetto se non unico raro. E’ l’esplosione tanto auspicata – abile la società capitolina a fiutare il colpo e prelevarlo a soli vent’anni, grande investimento – dopo una stagione di ambientamento che ci può stare considerando carta d’identità e la rivoluzione dello stile di vita che porta il trasferimento dallo stato di San Paolo ad una città come Roma.

BRAVO PIOLI, QUALE FUTURO? – Un plauso va fatto a chi, oltre ovviamente ai meriti del calciatore, ha permetto che il tutto accadesse: Stefano Pioli. L’attuale allenatore della Lazio – dopo averlo studiato per un breve lasso di tempo – ha puntato ad occhi chiusi sulla qualità del talento brasiliano collocandolo di fatto al centro del progetto biancoceleste: complice l’assenza di Candreva per infortunio, Felipe Anderson ha trovato spazio sul fronte destro e si è esaltato in velocità, fortuna sua e di Pioli – come ad esempio accaduto nel derby, ultima gara disputata prima dell’infortunio al ginocchio che lo ha stoppato nel miglior momento della sua giovane carriera – è che possa agevolmente spostarsi sull’out opposto, lì dove può sia rientrare sul piede forte che sfruttare un sinistro tutt’altro che ineducato. Insomma è l’imprevedibilità a renderlo necessario: trovata la fiducia dell’ambiente, il futuro è nelle sue mani. Ed alcune vicende extracalcistiche sono immediatamente da archiviare: la brutta storia del papà arrestato in Brasile ed accusato di duplice omicidio può influire eccome nella testa di un ragazzo – non ce lo dimentichiamo – di appena ventuno anni. Ma va ripetuto: tocca a lui. I tifosi della Lazio sognano: ha già mosso le pedine giuste, ora l’affondo decisivo.

Exit mobile version