2014
D’Alessandro sfida la Roma: «Penso all’Atalanta»
Il calciatore, intervistato da Tuttosport, parla con grande stima dei giallorossi
ATALANTA ROMA D’ALESSANDRO – Marco D’Alessandro, romano e romanista, cresciuto nel settore giovanile giallorosso, è oggi uno degli esterni offensivi più interessanti tra i calciatori italiani in Serie A. 23 anni, in forza all’Atalanta, sfiderà il suo passato nella sfida in programma domani sera. E, intervistato ai microfoni di Tuttosport, il calciatore nerazzurro ha rilasciato queste dichiarazioni: «In questi giorni ho sentito tanti amici del mio quartiere, Tiburtino III, tutti romanisti, e il tono è sempre lo stesso: ‘Marco, sai che tifo per te, ma mica penserai di farci lo scherzetto?’ Penso all’Atalanta, che sta puntando forte su di me, e la sfida contro un big europea è un’occasione ghiotta… E al tempo stesso non finirò mai di ringraziare la Roma, che mi ha fatto crescere e debuttare in A. Il club e l’ambiente mi sono stati vicini anche nei periodi più duri».
SECONDA VOLTA – Parlando del proprio passato, non sarà la prima volta di D’Alessandro opposto ai giallorossi: «Sfidai la Roma già ai tempi del Bari, ma questa è la prima volta dopo la mia uscita definitiva. Sono tranquillo, saluterò con affetto Florenzi, mio compagno nelle giovanili, e De Rossi, a cui chiederò la maglia: quando mi affacciai in prima squadra, ai tempi di Spalletti, Daniele, Totti e Aquilani facilitarono il mio inserimento tra i grandi. Purtroppo non vedrò il capitano, che è squalificato».
IL PRESENTE – Un commento sula situazione che vive l’Atalanta e sull’ambientamento in generale con la piazza bergamasca: «Gli ultimi risultati, con tre gare senza sconfitte e un solo gol al passivo, ci hanno portato in una zona di classifica più tranquilla, eppure abbiamo raccolto meno di quanto seminato. Penso alla gara contro la Fiorentina: meritavamo di vincere, e abbiamo perso. Ma abbiamo saputo reagire, con carattere. Bergamo? E’ una città in cui io e la mia compagna Corinne, che viene dal mio stesso quartiere di Roma, viviamo bene. Ho trovato un’organizzazione di alto profilo, un gioiello come il centro d’allenamento di Zingonia, e una tifoseria che ti fa sentire un grande calciatore. Ora mi manca giusto il primo gol in serie A».