2012

Cuore immenso, spirito battagliero: l’Italia c’è e non molla!

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Faccio una piccola premessa: ho sempre appoggiato e apprezzato decisioni e lavoro di Prandelli, seppur non ho compreso la scelta legata al discorso Criscito-Bonucci. Prandelli ha sempre dimostrato di avere grandi qualità sia nel ruolo del coach, sul campo, sia per quanto riguarda quello del motivatore. In due anni ha cercato di proporre un gioco propositivo e divertente, ha rivisionato con umiltà i suoi errori, decidendo, giustamente, di ridisegnare il quadro tattico, con un 3-5-2 di più corretta applicazione e con la sorpresa De Rossi sulla linea dei difensori: scelta che si è rivelata azzeccata nell’intero contesto, vista la scrupolosità, la premura e la diligenza con la quale il romano ha coadiuvato Bonucci e Chiellini.
L’Italia di Prandelli si è dimostrata massiccia e resistente, ha sfoderato una gara quasi perfetta, imbrigliando le furie rosse, costrette a fare il “gioco” dell’Italia. Un “palla lunga e pedalare” che ha smascherato i limiti di una squadra proposta da Del Bosque senza un attaccante di ruolo, scelta che ha facilitato i compiti degli azzurri, che hanno faticato solamente nella zona di Thiago Motta, impreciso e con poco mordente. A fargli da spalla ci ha pensato un ottimo Marchisio, accompagnato dalle geometrie (stavolta non impeccabili) di Pirlo, il quale, con il passare dei minuti, ha distribuito carburante nel suo serbatoio, fino a fornire l’assist per il gol di Di Natale. Maggio e Giaccherini hanno offerto una gara prevalentemente di sostanza, mentre Cassano ha cercato di illuminare il match con ottime giocate, al contrario di un Balotelli tradito dalla troppa voglia di fare bene e da una bella dose di immaturità che non gli ha permesso di battere a rete al 57′, quando, dopo aver rubato una palla invitante a Sergio Ramos, ha atteso troppo prima di calciare, facendosi recuperare dal difensore del Real Madrid. Ci ha pensato poi Di Natale a gonfiare meritatamente la rete di Casillas, anche se l’esultanza degli azzurri è stata soffocata 3′ più tardi, quando Fabregas raccoglie un ottimo suggerimento di Silva e batte Buffon. 

Squadra positiva, ma serve la riconferma – Un pareggio che fa sperare: e lo fa per come è giunto, ovvero con tanta grinta, voglia di crescere e con 60′ ad alti livelli. Il fattore confortante è giunto dall’abnegazione di una squadra che ha pressato tantissimo e che ha costretto la Spagna ad abbandonare il suo tipo di gioco prediletto. Un gioco stravolto dall’assenza di un attaccante: assenza che si è fatta notare parecchio e, a dimostrarlo, è l’inerzia della partita al momento dell’ingresso di Torres, autore di due pericoli costruiti in pochi minuti. L’attaccante del Chelsea ha offerto profondità, ma troppa imprecisione. L’Italia, adesso, deve riconfermarsi e dimostrare di dar seguito alle prestazioni, anche quando si è chiamati ad impostare il gioco e a vincere a tutti i costi, come sarà con la Croazia giovedì. Di certo, i primi segnali del campo sono positivi, attendiamo tutti la prova del nove, nella speranza di guardare avanti con fiducia e con questo cuore battagliero che ci ha sempre contraddistinti: l’Italia c’è…e non molla!

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