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Croazia Belgio, 3 episodi che non hai notato

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La sfida tra Croazia e Belgio è terminata a reti bianche, ma a passare il turno è stata la nazionale di Dalic. Ecco 3 episodi che non hai notato

I gol mangiati da Lukaku per il Belgio e la qualità del palleggio della Croazia, che a centrocampo possiede fini dicitori come pochi altri tra Modric, Brozovic e Kovacic, sono certamente le impressioni più forti regalate dal match. Aggiungiamo qualche dettaglio per la comprensione della partita.

1) La doppia ruleta di Carrasco. L’attaccante belga si presenta così e viene omaggiato da diversi slow-motion che le sottolineano. La prima la fa per recuperare palla su un tackle di Modric, la successiva la esegue immediatamente dopo per lanciarsi: non va molto lontano, ma almeno
sembra una promessa. Che né lui, né la squadra, si incaricano di mantenere in tutto il tempo seguente.

2) A metà primo tempo Modric effettua un’uscita da uno spazio ristretto con una sublime apertura. Neanche troppo ampia, ma quanto basta per liberare uno spazio immenso. Sembra esattamente questo ciò che sa inventare lui (e pure Brozovic): rischiare di essere soffocati e improvvisamente aprire orizzonti nuovi. Detto così suona da metafora di qualcosa di enorme, esattamente come i sogni di gloria di una squadra che sa cosa si deve fare per avverarli.

3) Gyardiol, il saggio. A ogni intervento sfodera una sicurezza che spesso genera abbracci e complimenti dei compagni. Ha solo 20 anni e non sbaglia un colpo, suscitando approvazione nei telecronisti Rai. Che già una volta (non stasera) lo hanno chiamato Guardiola ma era il minimo per uno capace di essere così decisivo.

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