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Criscito ai tifosi della Juve: «Thiago Motta è la persona giusta, nonostante le pressioni farà una grande stagione»
Le parole di Domenico Criscito, bandiera del Genoa, su Thiago Motta, suo ex compagno in rossoblù e ora allenatore della Juve
Mimmo Criscito ha parlato a la Gazzetta dello Sport: bandiera del Genoa, ma con i suoi trascorsi nella Juve tra giovanili e prima squadra, l’ex terzino ha parlato di Thiago Motta, suo ex compagno in rossoblù e ora sulla panchina bianconera. Di seguito le sue parole
RICORDO DI MOTTA – «Io lo conoscevo come calciatore per i suoi trascorsi con Barcellona, Atletico Madrid… Quando in una società non grandissima come il Genoa arrivano simili campioni, fa sempre un effetto strano. Lui aveva qualche problema a un ginocchio, eppure si mise subito a disposizione del tecnico e dello staff medico. E già lì notai la grandezza dell’uomo. Aveva grande umiltà. Vederlo in campo fu spettacolare. Thiago, Gasp e Milito si rivelarono i nostri valori aggiunti. Ricordo Motta con una gran voglia di scherzare, avevo legato tanto con lui, Palladino, Sculli… Quanti futuri allenatori c’erano in quel gruppo?».
GARANZIA IN CAMPO – «Con Thiago mettevi “il pallone in banca”. Se eri in difficoltà e gli passavi il pallone, potevi stare tranquillo».
CHE TIPO DI CALCIATORE ERA – «Già quando giocava, aveva la testa da allenatore. Quell’anno secondo me, oltre ad essere arrivato in un brutto periodo per il Genoa, gli mancavano forse gli interpreti giusti per il suo calcio. Possedeva però la grande capacità di saper trasmettere le sue idee, ti dava convinzione. Una persona molto empatica, ma già lo sapevo. Avevamo un bel rapporto».
IL SUO É UN CALCIO DIFFICILE DA APPRENDERE – «No, affatto. Thiago chiede di giocare da dietro, vuole coraggio. Ecco, sì, serve gente coraggiosa, che si sappia prendere le responsabilità nei momenti difficili. Vedendolo allenare, ti accorgi che ha giocato nel Barcellona. Appena perdi palla, lui vuole andare alla riconquista del pallone. Bisogna comandare il gioco».
PREGIO PRINCIPALE DI MOTTA ALLENATORE – «Thiago è una persona leale. Un uomo vero. Se ti deve dire qualcosa, ti parla in faccia, senza troppi giri di parole. Una dote che apprezzo, anche se talvolta forse non è sempre bello. Però lo abbiamo visto quest’anno: quando ad esempio c’era da dire che un giocatore importante non rientrava nel suo progetto tecnico, come accaduto con Chiesa, lui lo ha fatto».
É UN ALLENATORE DA JUVE – «Assolutamente sì. Ha fatto un grande lavoro allo Spezia, è stato grandissimo con il Bologna. Ovvio che alla Juventus ci siano più pressioni, giustamente lì vogliono subito i risultati, che ora non sempre stanno arrivando. Normale che la colpa venga data all’allenatore, ma lui sta affrontando questo percorso con serenità, si vede nelle interviste. Ne sono certo, farà una grande stagione».
AFFRONTERA’ LA JUVE DA TECNICO DEL GENOA U17 – «Sfidare la Juventus è sempre bello, e poi sono nel mio mondo. Alleno nel Genoa, vivo di calcio. Il massimo. Sono felice della strada intrapresa».