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Cremonese: Alvini come Mondonico resterà fino alla fine?

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Cremonese, quale sarà il futuro di mister Massimiliano Alvini? Resterà come Mondonico in sella fino all’ultimo?

Massimiliano Alvini alla fine di Cremonese-Sampdoria, grave sconfitta in uno scontro diretto e uscita dal campo della squadra con i fischi dei propri tifosi, ha dichiarato di sentirsi tranquillo riguardo le sorti personali. Un messaggio che si basa su una convinzione legata al
presente: «Stiamo lavorando bene, mancano solo i risultati» ed effettivamente con 4 punti in 11 partite e l’ultimo posto in classifica la situazione non è rosea. Ma il mister grigiorosso sa che per lunga consuetudine in ognuna delle stagioni passate in Serie A la dirigenza del club non ha mai optato per l’allontanamento dell’allenatore.

Non è successo né negli anni in cui si è guadagnata la salvezza (nel 1994 e nel 1995 con Gigi Simoni), né quando si è retrocessi in B con lo stesso Simoni l’ultima volta nel 1996 e nelle occasioni precedenti con Emiliano Mondonico, Tarcisio Burgnich e Gustavo Giagnoni. Le motivazioni possono essere molteplici per questa scelta societaria in controtendenza rispetto alla massa, basti pensare a Verona e Sampdoria, le due altre squadre in questo momento virtualmente retrocesse, che hanno già allontanato i due allenatori. E può anche essere che prima o poi scatti un’eccezione a un principio che a Cremona è sempre stato rispettato: chi ha diretto la squadra in B portandola a un’impresa straordinaria, si è giocato il diritto a tentare di salvarla, anche quando sembrava impossibile. Un’idea forte, radicata, nata al primo anno di A con Mondonico a metà degli anni ’80. E anche all’epoca, all’undicesima giornata, i punti erano 4 (equivalenti a 6 di oggi, però, la vittoria ne valeva solo 2): ma la sostanza no era molto diversa, la Cremonese era ultima e come tale avrebbe chiuso il campionato.

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