2014

Costa Rica, Pinto: «Ho studiato l’Italia: Buffon è in calo»

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Il ct della Costa Rica ha parlato in vista della sfida con gli azzurri ai Mondiali in Brasile.

MONDIALI COSTA RICA PINTO – Quarto Mondiale per la Costa Rica, che affronterà l’Italia nella fase a gironi. La conosce bene il commissario tecnico Jorge Luis Pinto: «C’è una squadra che seguo qualunque partita giochi, qualunque cosa faccia. È l’Italia. Da cinque anni ho tutto, tutti i dvd delle partite, tutte le informazioni. Me ne sono innamorato al Mondiale 2006. Ero commentatore per il “Diario Deportivo” e, dopo il 3-0 con l’Ucraina, scrissi: “Non so chi possa batterla”. Non avevo torto, no? “Me encanta” il suo comportamento tattico: la definisco “collettività totale”. Nessuno come voi sa essere squadra, diventare una cosa sola. Al Mondiale poi è competitiva come pochi. Dall’82 ha vinto due finali come il Brasile, perdendone una terza ai rigori», ha dichiarato il commissario tecnico ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.

TECNICI E GIOCATORI – Pinto ha parlato poi dei colleghi e dei giocatori azzurri: «Ammiro profondamente Sacchi. Poi Lippi. Ranieri, anche se un po’ lo criticate. E Capello: quand’era a Madrid lo dicevo a mio figlio, “Guarda che vince il campionato” anche se all’inizio soffriva. Giocatori preferiti? Marchisio su tutti. Poi Buffon anche se, temo, abbia cominciato la fase discendente. E Rossi che può far gol in ogni momento: spiace sia infortunato. Balotelli ha piede e fisico straordinari ma non sempre la testa lo aiuta. Pirlo ha una testa fantastica ma credo faticherà a giocare al suo livello tutte le partite di un Mondiale rapido e caldo».

IL SEGRETO – Pinto ha parlato anche delle altre avversarie e presentato la Costa Rica: «L’Inghilterra è più rapida, esplosiva, con più cambi di gioco. L’Uruguay tatticamente è rigoroso e ha una coppia Suarez-Cavani incredibile. Ma l’Italia è meglio. Il nostro segreto? Un paese dove tutti parlano di calcio, dove i bambini giocano in campi mai visti altrove. Si vive bene, c’è una filosofia unica, non abbiamo l’esercito ma un grande senso familiare. Ottime scuole calcio e un programma federale che produce grandi giocatori. La mia generazione non è ancora matura come le precedenti, ma più competitiva: se fa esperienza… I migliori? Campbell, il nuovo Medford: velocissimo e potente come lui. E Ruiz, Bolaño… Giocano in campionati importanti, anche in Europa. Di solito  li schiero con il 4-4-1-1 ma uso anche il 5-4-1. Ho due/tre opzioni, dipende anche dagli avversari. Affrontare tre grandi squadre ci motiva di più. “Me encanta”. Abbiamo voglia di sfidarle».

OBIETTIVI – Pinto, infine, fissa il traguardo: «Superare il primo turno è il sogno. Nel paese del calcio, il Brasile, avrebbe un significato speciale. Chi si qualifica? Noi e voi, chiaro. E chi vince il Mondiale? Una tra Brasile e Germania».

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