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Cosa portano al Napoli Gabbiadini e Strinic

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Sull’onda dell’entusiasmo di Doha il Napoli muove passi sul mercato: Strinic, Gabbiadini e…

Ci siamo. Si entra nel vivo ed il Napoli – sull’onda dell’entusiasmo proveniente da Doha – sembra aver già messo in organico i primi due rinforzi della sessione invernale di calciomercato: Ivan Strinic arriverà a parametro zero dopo non aver rinnovato il suo legame contrattuale con il Dnipro Dnipropetrovsk, il grande colpo risponde al nome di Manolo Gabbiadini in un affare che ha interessato Sampdoria e Juventus.

L’APPORTO DI IVAN STRINIC – Classe ’87, esterno basso a sinistra di ottima affidabilità e grande spinta: è innanzitutto questo Ivan Strinic, un laterale che si è messo in mostra nei suoi quattro anni di Dnipro trasformandosi da potenziale promessa a realtà in un ruolo dove di certo la qualità non abbonda. Non eccelle sotto il profilo realizzativo ma è un uomo assist grazie all’agevolezza con cui arriva sul fondo e sfruttando buoni fondamentali: sfornare cross non è il suo problema. Vetrina ancor più consistente per Strinic è risultata essere la nazionale: in pianta stabile dal 2010 nella sua Croazia, ha disputato l’Europeo del 2012 ma non ha ancora preso parte ad un Mondiale, nel 2014 a causa di una lesione muscolare vero e proprio fulmine a ciel sereno per le sue ambizioni e quattro anni prima perché gli slavi non riuscirono a qualificarsi per la tanto agognata competizione. Nel Napoli troverà subito spazio: l’attuale titolare nel suo ruolo – Faouzi Ghoulam – è in procinto di partire per la Coppa d’Africa con la sua Algeria e con Zuniga sempre più oggetto misterioso sarà proprio Strinic a prenderne il posto. Ottima operazione del club partenopeo che si ritrova un potenziale titolare anche nel medio e lungo termine prelevato di fatto a costi decisamente contenuti (il solo ingaggio).

L’APPORTO DI MANOLO GABBIADINI – Poco più di 13 milioni. La cifra che Sampdoria e Juventus si divideranno per concedere il nulla osta al trasferimento dell’attaccante in quel di Napoli: alla luce delle ultime esibizioni di Gabbiadini sembra davvero essere un affare. Sì, per tante ragioni: innanzitutto una carta d’identità che recita novembre ’91 e che dunque lascia intravedere una crescita dai limiti ancora poco definibili. Poi per la sua duttilità: l’attuale attaccante blucerchiato ha il physique du role del centravanti puro ma come ha insegnato la gestione Mihajlovic può agevolmente spostarsi sull’esterno di un attacco a tre ed incidere come pochi altri nel panorama nazionale. Ha fisico e tecnica dunque, oltre ad una lucidità nelle scelte propria ad un curriculum decisamente più avanzato del suo: cosa deve andare a completare il quadro di ogni attaccante che si rispetti? I gol. E se nell’Under 21 italiana ha finora impressionato con una media di un gol ogni due partite (12 reti in 24 gare), sta oggi trovando continuità anche a livello di club: l’avvio di stagione con la maglia della Sampdoria è di quelli da fregarsi le mani, 7 reti in 13 partite – non tutte disputate da titolare, proprio a causa della diatriba di mercato che vi abbiamo raccontato – ed un repertorio da calciatore completo. Nel Napoli andrà a rappresentare un’alternativa di lusso ad ogni comparto del pacchetto offensivo: mancino naturale, può dare il cambio a Callejon sull’out destro (come schierato da Mihajlovic, sebbene il serbo adotti un 4-3-3 puro) o in attesa di Insigne alternarsi con Mertens – sfruttando altre caratteristiche – su quello opposto. Ha fisico e qualità rispettivamente per ricoprire il ruolo di vice Higuain o di giocare alle sue spalle: il resto lo dirà il campo, ma la dirigenza partenopea sembra davvero averci visto lungo. Già oggi, probabilmente, varrebbe di più.

ALTRE OPERAZIONI? – Ad oggi sono scenari e poco più: certo è che al Napoli un centrocampista di metodo ed ordine nonché un forte difensore centrale servirebbero eccome. Fu rivelatrice la sfida casalinga con l’Empoli, quando gli uomini di Benitez furono dominati sul piano del gioco al cospetto di tutti i propri limiti strutturali: i toscani avevano un direttore d’orchestra quale Valdifiori, i campani no. Acquistare una pedina in quel preciso ruolo non sarebbe una cattiva idea se l’intento è quello – con tutto il rispetto per un calciatore che gode la massima stima di chi vi scrive – di non rimpiangere il Valdifiori di turno. Un forte marcatore nel mezzo della difesa poi andrebbe a tranquillizzare l’intero impianto della squadra, sebbene sia una pedina piuttosto complessa da trovare: sullo sfondo le questioni terzino destro e portiere. Per quest’ultimo sarà valutato Rafael per l’intero corso della stagione ed in estate si trarranno le somme, se invece capita la buona occasione ecco come potrebbe arrivare un laterale giovane che possa candidarsi alla futura successione di Maggio. Work in progress, la novità è che – sembra – si voglia fare presto.

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