Corsa Champions: 5 motivi per cui il Napoli può arrivare secondo - Calcio News 24
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2017

Corsa Champions: 5 motivi per cui il Napoli può arrivare secondo

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A 6 giornate dalla fine del campionato, la corsa Champions entra nel vivo: Napoli e Roma sono pronte a darsi battaglia, punto su punto

Praticamente chiuse le pratiche Scudetto e salvezza, restano da dirimere i nodi legati alla corsa Champions e alla qualificazione in EL. La Roma, al momento, occupa la seconda piazza, a +2 sul Napoli, e se dovesse riuscire a conservare tale vantaggio fino al termine del campionato, si assicurerebbe la qualificazione ai gironi della massima competizione europea per club mentre la squadra partenopea dovrebbe giocare i play off. Passiamo in rassegna, però, i 5 motivi per cui gli azzurri potrebbero soffiare il piazzamento diretto in Champions League ai capitolini.

Il calendario sorride a Sarri

La compagine partenopea dovrà sfidare, in casa, Cagliari e Fiorentina, in trasferta, Sassuolo, Inter, Torino e Sampdoria. Praticamente tutte avversarie in corsa per nessun obiettivo stagionale, a differenza delle squadre che si troverà di fronte la Roma. I risultati ottenuti nel trittico di partite contro Lazio, Milan e Juventus potrebbero risultare, infatti, decisivi nella corsa alla Champions League. Superfluo motivare le difficoltà che potrebbero palesarsi nel derby, contro rossoneri e bianconeri, invece, ci sarà da fronteggiare la voglia di Montella di tornare in Europa e quella di Allegri di conquistare matematicamente lo Scudetto.

Riscrivere i record della storia azzurra

Alzare l’asticella nello sport dà, inevitabilmente, motivazioni nuove e voglia di migliorare quanto realizzato nel passato recente. Tenteranno di fare ciò Sarri e i suoi ragazzi, provando a migliorare il record di 82 punti stagionali, fissato nella passata stagione. Con 70 punti in classifica e 18 ancora a disposizione nelle 6 gare di A che separano il team azzurro dalla fine del campionato, stabilire il nuovo primato azzurro di punti conquistati darebbe ulteriore lustro al percorso di crescita condotto in questa stagione 2016/2017.

La crisi tra Spalletti e l’ambiente

L’andamento stagionale della propria squadra, oltre che da aspetti tecnico tattici e dal fattore condizione fisica, viene inevitabilmente condizionato psicologicamente dalla gestione della comunicazione interna ed esterna di un allenatore. La dichiarazione rilasciata da Spalletti a France Football a dicembre ha lasciato sicuramente non pochi strascichi nella mente dei suoi ragazzi: «Se non vinco nulla, vado via» risuona come un mantra dopo ogni gara affrontata dalla Lupa. Se prima di Natale poteva rappresentare uno stimolo a far meglio per la squadra, da qualche mese, ormai, definisce la triste condizione della Roma: prima delle sconfitte alle spalle della vincente Juventus. Mentre, di fronte, si trova un Napoli conscio di non valere la Juve ma altrettanto consapevole di potersela giocare alla pari con i bianconeri in futuro.

Il potenziale offensivo di Mertens&Co.

Il Napoli assomiglia sempre più ad una gol machine, con il record europeo di 4 calciatori in doppia cifra a certificarlo. 11 gol di Hamsik, 14 di Insigne, 21 di Mertens e 10 di Callejon contro i 9 gol di Nainggolan, i 7 per Perotti, gli 11 messi a referto da Salah e le 25 marcature del capocannoniere Dzeko. Il miglior attacco del campionato potrebbe, dunque, fare la differenza nella corsa al secondo posto, tenuto conto dell’equilibrio difensivo trovato nelle ultime giornate dall’alchimista Sarri.

Certezze tattiche versus trasformismo

Il 4-3-3 è una certezza per il Napoli di Sarri, non si può dire altrettanto per il sistema di gioco utilizzato dalla Roma di Spalletti. La questione è stata toccata dallo stesso tecnico giallorosso ai microfoni di Premium Sport, dopo il pareggio ottenuto in casa contro l’Atalanta, autentica sorpresa del campionato: «La squadra ha delle difficoltà, non avendo giocato sempre con lo stesso sistema di gioco ma variando a volte a 3 e altre a 4 in difesa. L’aver cambiato tanto non ci ha resi specifici per le nostre qualità mentre altre squadre, giocando con lo stesso modulo, hanno potuto fare ciò».

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