2020

Coronavirus, Mihajlovic: «Ora dobbiamo lottare ma torneremo a giocare e sarà bellissimo»

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Sinisa Mihajlovic si racconta sulle pagine della Gazzetta dello Sport parlando dell’emergenza Coronavirus

Sinisa Mihajlovic è un lottatore nato. Negli ultimi sei mesi ha dovuto combattere contro la leucemia e ora lancia un messaggio a tutti gli italiani che stanno lottando contro il Coronavirus. Messaggio che arriva da chi conosce il sacrificio, la paura, il coraggio, la resistenza e poi la vittoria del tornare alla vita.

EMERGENZA – «Capisco che per chi non è abituato può sembrare un sacrificio, ma per me queste precauzioni che ci impongono sono una passeggiata. Ho passato mesi chiuso in una stanza di ospedale tre metri per tre, attaccato a fili e flebo, senza poter aprire neanche una finestra, pensi sia un problema essere in famiglia, a casa, e uscire in terrazzo a fumare una sigaretta? Sono mesi che uso una mascherina e non abbraccio e do la mano. Non ho dovuto cambiare le abitudini. Sono un po’ orso, non mi ha pesato evitare tanti contatti, anzi scherzando dico spesso che terrò questa precauzione per i prossimi 5 anni…».

STARE IN CASA – «Ma secondo te dopo aver vissuto due guerre, le bombe che potevano distruggerti la casa, i coprifuoco, sarà mai un problema stare a casa, sul divano davanti alla tv, legge- re un libro o andare in terrazzo a fumare? Dopo mesi in ospedale stare in casa con la mia fa- miglia intorno è un privilegio… Dopo la malattia ho detto spesso che ogni cosa ha riacquistato per me valore e mi sembra bellissima: una boccata d’aria, una doccia con l’acqua che ti scende sul viso, un panorama. Io ormai apprezzo ogni singolo momento della mia vita. Oggi posso aggiungere qualche aspetto derivante dallo stare in casa…».

PICCO – «Agli italiani dico, seguiamo le istruzioni che ci danno, dopo il picco arriverà la di- scesa e allora il dopo sarà bellissimo. La normalità della vita quotidiana, un abbraccio, lo stare insieme, il piacere di an- dare a vedere una partita di calcio».

CAMPIONATO – «Mi aspetto che il campionato finisca. Bisogna spostare gli Europei e far finire i tornei nazionali e le Coppe. Lo vogliono le federazioni, i club, le tv che hanno pagato i diritti. È giusto terminare ciò che si è cominciato. Dovremo valutare anche da quanto siamo fermi e dovranno darci un paio di setti- mane per riprendere il lavoro fisico prima di ripartire a giocare. Faremo meno vacanze, ci sarà qualche sacrificio in più».

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