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Gravina: «Cori razzisti? Stop alle gare. Agnelli, stringiamoci la mano»
Il numero uno FIGC Gabriele Gravina nel corso di una intervista tocca vari punti di attualità: dal razzismo negli stadi, passando per il VAR, fino alla questione Calciopoli…
Nessun cambio di rotta: la FIGC è pronta alla stretta finale sui cori razzisti durante le partite. Nonostante le parole del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, che si era schierato contro la sospesione delle gare in caso di manifestazioni discriminatorie da parte dei tifosi, il presidente federale Gabriele Gravina, intervenuto stamane ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, ha annunciato nuove regole in merito: «Rispetto le idee del Ministro Salvini, ma la FIGC deve seguire le indicazioni di FIFA e UEFA. Nel prossimo Consiglio Federale di fine mese, semplificheremo l’iter di sospensione delle gare: contestualmente all’annuncio dello speaker, il gioco verrà temporaneamente sospeso e le squadre si raduneranno al centro del campo. Se i cori continuano, si va negli spogliatoi. A quel punto il responsabile dell’ordine pubblico deciderà se sospendere o riprendere la gara. È impensabile che debba essere l’arbitro a prendersi la responsabilità di mandare a casa 50mila persone».
Una apertura invece c’è ed è quella relativa alla responsabilità oggettiva (criticata da Salvini): per Gravina i club non andrebbero puniti qualora a macchiarsi di gesti razzisti sia soltanto una minima parte dei tifosi. Il numero uno della FIGC annuncia anche il ritorno della Serie B a 22 squadre a partire dall’anno prossimo, così come una possibile rivisitazione delle procedure per il VAR, utilizzato forse troppo poco dagli arbitri nella prima parte di campionato («nel girone d’andata l’intervento della video assistenza si è interpretato, a volte, come un peccato di lesa maestà»). Bocciato l’esperimento delle seconde squadre, che verrà abortito, mentre sulla questione dei nuovi ricorsi della Juventus per lo Scudetto 2006, Gravina ha un augurio: «Mi era stato preannunciato da Andrea Agnelli, con cui mi auguro si arrivi presto ad una stretta di mano che chiuda la vicenda, anche alla luce delle sentenze già emesse».
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