2012
Coppa Italia: Guarín e Cassano stendono il Verona
A San Siro va in scena l’ottavo di finale di Coppa Italia, ad eliminazione diretta, che vede di fronte Inter e Hellas Verona. I ben 8000 tifosi del Verona e la fitta nebbia, fanno sentire gli 11 gialloblù maggiormente a proprio agio, nonostante facciano il loro ritorno alla Scala del calcio dopo 11 anni esatti di assenza. I neroazzurri schierano una squadra costituita per otto undicesimi da non titolari, tra cui emerge Duncan, uno dei pupilli di Stramaccioni durante la sua straordinaria esperienza nella Primavera.
Il primo tempo, in cui si apprezza la disinvoltura e la spigliatezza degli uomini di Mandorlini, viene interrotto al quarto d’ora, quando ai piedi dei calciatori probabilmente farebbero più comodo un paio di anabbaglianti piuttosto che le solite scarpette con tanto di tacchetti. Dopo qualche minuto però il gioco riprende e sul finire della prima frazione, oltre a Nagatomo e Alvarez, che si dimostrano due vere e proprie spine nel fianco, iniziano ad accendersi la fantasia e l’estro di Cassano. Il Verona continua comunque a tenere bene il campo e si rende pericoloso con una grande giocata di Cacia che, servito da Halfredsonn, sfiora il palo alla sinistra di Castellazzi.
Inizia il secondo tempo e Stamaccioni getta nella mischia, al posto di un inconcludente Mariga, Fredy Guarín, cambiando irreversibilmente l’inerzia della gara. Il colombiano entra in partita in modo prorompente e, se molti si accontenterebbero del grande recupero in scivolata a cui segue il grande assist per Cassano che a tu per tu con Rafael non sbaglia, lui no e regala il solito missile su punizione che sembra chiudere la pratica Verona. Pratica che si riapre a 11 dal termine quando Castellazzi esce infortunato e l’Inter ha già esaurito i tre cambi. Così in porta tocca a Palacio, ogni cui intervento è sancito dal boato dello stadio. L’attaccante tra i pali sembra un vero veterano e si supera quando con un colpo di reni salva il risultato sulla conclusione di Carrozza. Il Verona dimostra personalità e non molla fino all’ultimo secondo, sfiorando il gol anche con Bojinov, ma si deve arrendere ad un’Inter nettamente superiore.