2013
Conte: “Triplete? Follia. L’anti-Juve? Il Napoli”
La Juventus non sta attraversando il miglior momento di forma da quando è arrivato Antonio Conte: l’eliminazione in coppa Italia squalifiche e solo cinque punti conquistati nelle ultime quattro gare di campionato complice gli infortuni e le squalifiche. Certamente il peggior periodo nella gestione dell’allenatore leccese che però cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno: “Se guardo la classifica dico di no – esordisce Conte durante la conferenza stampa alla vigilia della sfida di domani contro il Chievo a Verona – se guardo il turno di qualificazione di Champions dico di no; se guardo la Coppa Italia dico di no, perchè non dimentichiamo che anche quest’anno per la seconda volta consecutiva abbiamo sfiorato la finale. Quindi se mi chiedete se è un momento particolare io rispondo assolutamente di no perchè un allenatore non deve guardare solo il risultato che viene sempre dopo. Ci può stare un periodo come quello dello scorso anno in cui abbiamo fatto tantissimi pareggi come ci può stare un periodo in cui cerchi di fare il massimo e prendi gol alla prima occasione. Ed è proprio quello che sta accadendo in questo periodo quindi sono molto sereno perchè la squadra non mi è mai dispiaciuta tranne contro la Sampdoria, dove è successo qualcosa di incredibile. Se penso a quei tre punti persi, ora saremmo a più sei sul Napoli e a più nove sulla Lazio. Quella penso sia stata l’unica partita in cui ci deve essere grande rammarico per un’occasione buttata. Per il resto abbiamo sempre fatto il massimo”.
COPPA ITALIA – Poi il tecnico bianconero torna sull’eliminazione in Tim Cup: “Rivedendo tante altre volte le partite con la Lazio, sia quella di andata che di ritorno, penso che meritassimo qualcosa di più. L’anno scorso abbiamo approfittato della manifestazione per fare esperienza, per cercare di provare in un certo meccanismo giocatori che magari giocavano di meno e siamo arrivati in finale. Quest’anno l’abbiamo risfiorata ma c’è andata male”.
SQUALIFICHE – Conte, dopo i sei mesi di squalifica per il calcioscommesse, contro il Chievo si riaccomoderà in tribuna complice le due giornate subite dopo le polemiche post-Genoa. Perché non ha fatto ricorso? Forse s’è pentito per quelle dichiarazioni? “Ci sono dei regolamenti e io penso che i regolamenti debbano essere rispettati. Io posso contestare le regole ed è nel mio diritto farlo, però i regolamenti ci sono e devono essere rispettati”.
MERCATO – Meno di due giorni fa s’è chiuso il mercato. La Juve ha preso solo Peluso e Anelka e a luglio avrà pure Llorente e Poli. Conte è comunque soddisfatto: “Abbiamo cercato di fare quello che potevamo e quello che ci hanno permesso di fare. Vi avevo già detto, in tutta sincerità, che non c’erano le risorse economiche e che non me la sentivo di fare nomi altisonanti. Però a me piace essere sempre molto sincero, in tutte le cose che faccio e in tutte le cose che dico: si poteva fare meglio, ma anche peggio. Non mi consideravo favorito per lo scudetto prima del mercato, non mi considero tutt’ora favorito. Penso che il campionato lo vincerà la squadra migliore così come è stato l’anno scorso. Sarà difficile per chiunque vincerlo perché ci sono squadre molto attrezzate, una su tutte il Napoli che secondo me è l’antagonista diretta per la vittoria. E’ la squadra più attrezzata, quella che da diversi anni che sta costruendo qualcosa di importante e che ha agito molto bene sul mercato. Ha tutti i mezzi per vincere. Il Milan? Ha preso dei giovani molto importanti: complimenti anche a loro ed all’Inter che si è rinforzata. Sarà un campionato bello ed avvincente fino alla fine”.
ANELKA– Anelka è arrivato da poco e si sta ambientando. Le sue condizioni? Domani si vocifera di un suo possibile esordio dal primo minuto: “Debbo dire che Nicolas si è presentato in condizioni fisiche discrete calcolando che la sua ultima partita in Cina è stata ad ottobre. Sta dimostrando di essere un grande professionista. Ovvio che debba entrare in determinati meccanismi. Voi sapete l’importanza degli attaccanti nel nostro gioco: stiamo cercando di fare una full immersion sia sul campo che con sedute personalizzate. Parlo spesso con lui di situazioni tattiche perchè è importante che capisca in fretta determinati meccanismi. Domani contro il Chievo partirà in panchina e vedremo se ci sarà bisogno di lui durante la partita. Mi auguro non ce ne sia bisogno. Il tempo gioca dalla parte di Anelka e quindi ci auguriamo che quanto prima possa essere a disposizione a 360 gradi. Anelka è un giocatore che scopro io a livello di qualità, di storia, di curriculum. E’ un calciatore che ha giocato in grandissime squadre, lo ha fatto anche da protagonista. E’ un calciatore che è stato Nazionale francese. Avevamo bisogno di ampliare la rosa degli attaccanti, di aumentarne la qualità. Ci auguriamo che ciò possa avvenire. Siamo convinti che il ragazzo abbia grandi qualità non solo calcistiche ma anche morali per darci una mano. Se e quanto inciderà Anelka sulla nostra squadra potrò dirlo solamente a fine campionato”.
DIFESA – In questo la Juve prende troppi gol soprattutto per disattenzioni. Come risolvere il problema? Forse manca la giusta cattiveria? “Io con la squadra parlo esclusivamente di calcio ed analizzo spessissimo ogni situazione di gioco: quello che facciamo sul campo è la cosa più importante al di là del risultato. Certo è che ci siamo fatti rimontare quattro volte nell’ultimo periodo ed è un dato che deve far riflettere. Noi ci stiamo riflettendo senza mettere la testa sotto la sabbia. Stiamo affrontando il problema senza alibi”.
TIFOSI – I tifosi su internet sono delusi dal mercato. Cosa risponde loro? “Sai benissimo che noi facciamo del nostro lavoro la nostra arma migliore perchè quello che abbiamo fatto l’anno scorso e quello che stiamo facendo quest’anno è frutto esclusivamente del grandissimo lavoro. Mi sembra di essere ripetitivo e seccante quando ribadisco che sento parlare tutti gli altri di progetto, di crescita, di giovani. Io, invece, mi guardo indietro e dico: ma da quanto tempo sono alla Juventus? Sei-sette anni? Non abbiamo tutta questa esperienza ma un solo anno e mezzo di lavoro. Stiamo gettando le basi per il futuro però a volte leggo che la Juventus è una squadra già fatta, una squadra già formata ed invece no. Se siamo diventati il punto di riferimento dopo solo un anno e mezzo significa che siamo messi male tutti quanti. Questa è la verità. Noi per primi sappiamo di aver iniziato un percorso e non dobbiamo dimenticarcelo. Noi ce lo ricordiamo benissimo e non se lo devono dimenticare nemmeno i tifosi. Non si può avere tutto e subito: in un anno abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Abbiamo vinto uno scudetto partendo da due settimi posti. In teoria ci vorrebbero 4-5 anni per fare una cosa del genere. Abbiamo bruciato le tappe, frutto del grandissimo lavoro, di grandissima disponibilità da parte dei calciatori, di grandissima sintonia e sinergia tra me e la società. Se ci illudiamo e parliamo di triplete, sbagliamo, sbagliamo, perchè è da pazzi dire una cosa del genere. Rivincere il campionato sarebbe già una grandissima cosa. Cominciamo da lì per poi prepararci all’Europa e per altri traguardi, ma non si possono inventare dal nulla le vittorie come abbiamo fatto noi l’anno scorso. Quest’anno non c’è nessuna squadra che ha un obiettivo, l’unica squadra che ha l’obiettivo di vincere è la Juventus. Scusate: ma le altre? Il Napoli non ha obiettivi? L’Inter non ha obiettivi? Il Milan non ha obiettivi? Se noi non vinciamo abbiamo fallito e gli altri. Se è un modo per caricarci di pressioni va bene: noi nelle pressioni ci esaltiamo, ma tutte le squadre giocano per vincere. Noi vogliamo vincere, poi se ci saranno altre squadre più forti ci toglieremo il cappello, ma nessuno deve nascondersi dietro la Juventus”.
LOW COST – L’operazione Balotelli ha dimostrato che con formule particolari, rate a basso costo si poteva fare qualcosa in più anche per la Juve. Voi non ci avete pensato perchè non avete individuato nessuno? Era una strada che non vi interessava? “Il Milan ha messo in preventivo di spendere 20 milioni più bonus per Balotelli: non dimentichiamoci che nelle loro casse erano entrati soldi. Noi forse non abbiamo trovato l’obiettivo giusto per fare questo tipo discorso. Magari questa è la ragione, anche perchè l’unico top player che aveva intenzione di muoversi era Balotelli: Aguero non si muove, Suarez non si muove, solo per fare due nomi. I giocatori forti nessuno era disposto a cederli. Drogba, ad esempio, costava tantissimo quindi non c’è stata la possibilità di prenderlo. Io ho grande fiducia in questo gruppo di lavoro e la dimostro facendoli giocare sempre. Poi se ci saranno squadre più forti, più brave di noi, tanto di cappello ripeto. Non dimentichiamoci che non bisogna solo vincere per costruire. Uno può continuare a costruire bene anche non vincendo, così come uno vincendo non costruisce niente perchè l’anno dopo magari non si qualifica nemmeno per la Champions League o viene eliminato subito”.
CALCIO ITALIANO – Domani affrontate il Chievo. Corini ha detto di essere passato alla difesa a tre ispirandosi alla Juve. E’ motivo di orgoglio essere un punto di riferimento per le altre? “Partiamo dal fatto che ci sono tanti tipi di modulo. Il problema è sempre l’interpretazione del sistema di gioco. C’era il 4-4-2 di Sacchi che aveva una determinata interpretazione e che comunque ha portato nel mondo un qualcosa di importante e di innovativo. Da lì in poi tutti hanno cercato di giocare col 4-4-2 ma non era quello di Sacchi, con le sue idee. Era un normale 4-4-2 con le idee di questo o quell’altro allenatore. Io penso ad esempio che Juventus, Inter e Napoli utilizzino lo stesso sistema, ma sono tre squadre che giocano in maniera differente e lo interpretano in maniera diversa ed è giusto così. Il vestito è il modulo ma poi c’è l’allenatore, il sarto, che lo cuce addosso alla squadra con la propria genialità, col talento, con le proprie idee. Anche in Europa stanno esportando il nostro modo di giocare: questo dev’essere motivo d’orgoglio per noi tecnici italiani perchè vuol dire che stiamo facendo qualcosa di importante”.
PROSSIMO AVVERSARIO – Dopo l’eliminazione dalla coppa Italia qual è l’umore della squadra? “Sinceramente la squadra l’ho vista provata nello spogliatoio per l’eliminazione dalla coppa Italia. Non l’ho vista certo nervosa, nè in campo, nè fuori. C’era molta delusione e questo mi fa piacere, perchè ci tenevamo, eravamo arrivati alla semifinale, pensavamo in cuor nostro di meritare qualcosa in più. Il mio compito è stato quello di rimetterci subito in corsa, nel senso che ora c’è il campionato, un impegno tosto come quello di domani contro il Chievo. Io penso che i ragazzi abbiano dato veramente tutto e dispiace per come siamo usciti”. Il fatto che la Juve abbia rallentato dipende anche dal richiamo di preparazione fatto durante il ritiro invernale? “Ho letto che c’è stato un rallentamento forse dovuto ai carichi di preparazione, ma non ci sono stati carichi particolari a Natale: ci siamo allenati normalmente, in maniera tosta come sempre. Bisogna cambiare il modo di pensare: in base al risultato si danno dei giudizi positivi o meno sulla prestazione della squadra. Se uno è un cultore del bel gioco e vede in maniera obiettiva la partita, deve fare un’analisi a prescindere dal risultato, ma ve lo dico in maniera molto sincera. Bisogna imparare a dividere il risultato dalla prestazione e non cercare nel risultato negativo una spiegazione per forza”.
ARIBITRAGGI– Conte ha chiuso la conferenza stampa stuzzicato sugli arbitraggi e gli errori dei direttori di gara: “A noi quello che deve interessare è il campo, nient’altro. Cercare sempre di fare di più rispetto agli avversari per meritarci la vittoria. Quindi dobbiamo essere sempre molto sereni nell’accettare tutte le situazioni arbitrali ed essere più forti. Sappiamo che ci sono momenti in cui ci sono situazioni favorevoli, altri in cui ci sono situazioni sfavorevoli. Domani il Chievo è l’avversario e noi dobbiamo cercare di essere più forti di loro sul campo. Gli episodi non devono interessare ai calciatori, che sia chiara questa cosa. Poi è inevitabile che uno si augura di avere nell’arco di un anno quanti meno episodi sfavorevoli possibili. L’emergenza difesa? Tra infortuni, Coppa d’Africa, squalifiche, eccetera stiamo tirando avanti senza quattro, cinque, sei presunti titolari. Questo spesso e volentieri non è stato sottolineato. Ma non deve essere un alibi perchè io ho grandissima fiducia in chi gioca. Per la difesa siamo attrezzati per fare bene anche domani”.