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Conte Tottenham, la sfida più grande per il tecnico salentino

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L’arrivo di Antonio Conte al Tottenham scuote la settimana del calcio internazionale: riuscirà a riportare gli Spurs al successo?

Conte e il Tottenham, un amore improvviso. Il tecnico campione d’Italia in carica con l’Inter termina dunque il suo periodo di aspettativa per tuffarsi in una nuova avventura, rifiutata a inizio estate.

Non certo un fulmine nel cielo (poco) sereno di Londra perché l’esonero di Nuno Espirito Santo già da qualche settimana si respirava nell’aria. Galeotto si è rivelato l’inizio di stagione ben al di sotto delle aspettative, con gli Spurs a navigare a metà classifica in Premier League a dieci lunghezze di distanze dal Chelsea di Tuchel.

Non troppo tempo fa, però, si dibatteva su quanto il leccese fosse interessato alla panchina del Manchester United, per diversi motivi il luogo ideale per ripartire. Ma proprio il 3-0 con cui i Red Devils sabato scorso hanno schiantato Kane e compagni ha sostanzialmente indirizzato anche il destino di Antonio Conte.

Che ora si appresta ad affrontare a tutti gli effetti la sfida più grande e difficile della propria carriera, considerando i club di alto livello. Perché se Juventus, Chelsea e Inter avevano più o meno una storia recente di trofei prima del suo arrivo, non certo altrettanto si può dire per il club presieduto da Daniel Levy.

L’ultimo titolo è la Coppa di Lega conquistata nel 2008, l’ultima FA Cup risale al 1991, l’ultimo dei due campionati in bacheca addirittura nel lontanissimo 1961. Insomma, una big più di nome che di fatto ma con potenzialità economiche di altissimo profilo. Ed è ciò che senza dubbio avrà attratto più di ogni altra cosa l’ex CT azzurro, convinto nella reunion da Fabio Paratici con inevitabili promesse in sede di calciomercato.

Al netto di una rosa già di per sé validissima, è chiaro che le sirene londinesi risuoneranno fortissime in Serie A. Dal pupillo Kessié agli scudieri nerazzurri Brozovic piuttosto che Skriniar, ci sarà da tremare per il nostro campionato. Anche perché Antonio Conte non è proprio capace di vivere un ruolo da comparsa.

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