2014

Conte: «La fede aiuta a distinguere bene e male. Papa Francesco lo farei giocare da…»

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Il ct si confessa: «Valori della famiglia? Dico la semplicità, vogliamo vivere una vita semplice, con la gente»

In una lunga intervista concessa al mensile Credere, di cui vi abbiamo già riportato uno stralcio, il ct della Nazionale italiana Antonio Conte ha parlato del ruolo della fede nel suo cammino. Ecco le parole del tecnico salentino: «Cosa significa essere credente? La fede aiuta a distinguere il bene e il male, a scegliere la via giusta nei momenti di difficoltà. Sono cresciuto a Lecce, l’oratorio Sant’Antonio a Fulgenzio è stato un punto di riferimento, un rifugio dalle tentazioni della strada. Fin da bambino i miei genitori mi hanno trasmesso un’educazione cattolica, ora sto facendo la stessa cosa con mia figlia Vittoria».

DEVO MOLTO AI MIEI GENITORI«Il commento dei miei genitori per la mia nomina di Ct? Erano orgogliosi, perchè da Ct rappresenti un’intera nazione: il loro appoggio mi ha convinto ad accettare l’incarico. E pensare che da ragazzo mio papà non voleva nemmeno mandarmi a giocare al Lecce! Per i miei genitori il calcio era nulla in confronto allo studio, ho dovuto promettere che avrei continuato a studiare. Così mi sono anche laureato. Ai miei genitori devo molto: non mi hanno mai seguito in maniera assillante, conto sulle dita le volte che sono venuti a vedermi giocare dalle giovanili alla prima squadra, ma l’avermi lasciato libero mi ha fatto crescere nell’autonomia».

MI DEDICO ALLA PREGHIERA «Come trovo grinta e serenità? Ascolto tutta la mia famiglia: papà, mamma, fratelli, moglie e figlia. Poi mi isolo e dedico alcuni minuti alla preghiera. Comunque capisco chi cede allo stress: l’allenatore sente tutta la pressione addosso, considerate che deve gestire calciatori, staff tecnico, tifosi… Dopo aver accumulato successo e soldi a volte viene da chiedersi perché si accettino responsabilità simili… Poi però, se la squadra ti segue, il campo ripaga di tutte le notti insonni. Se rinuncio mai a qualcosa? In Quaresima faccio fioretti, piccole privazioni di dolci, caffè e del bicchiere di vino. Può sembrare una stupidaggine ma rinunciarvi non è facile».

IL PAPA TRASMETTE VALORI IMPORTANTI – «Cosa regalerei a Papa Francesco? A dire la verità il regalo me lo ha già fatto lui! Poco prima del matrimonio sono andato con la mia famiglia in udienza e Francesco ci ha regalato una pergamena di benedizione. Mi ha colpito, io ero andato da “peccatore”, con una figlia… Il Papa ci ha accolto in maniera semplice, mancavano delle sedie e si è alzato lui per prenderle. Sta trasmettendo valori molto importanti, come la semplicità. Dove farei giocare il Papa? Davanti alla difesa, dove sta il cuore della squadra. È il ruolo di chi si deve sacrificare per la squadra. Cosa sarei diventato senza calcio? Un professore di educazione fisica. Vengo da una famiglia di sportivi e mi piace educare. Ricordo ancora il mio professore, che mi ha indirizzato a fare sport. Ricordi da chierichetto? Quando servivamo Messa e il parroco doveva decidere chi avrebbe portato la candela grossa, ricordo che volevo essere scelto. Quando accadeva ero felice, mi cambiava la giornata! Mi piaceva fare il saluto al prete e orchestrare i movimenti degli altri chierichetti».

NO ALLE FAMIGLIE IN RITIRO«Valori della famiglia? Dico la semplicità, vogliamo vivere una vita semplice, con la gente. Mia figlia frequenta una scuola statale, abbiamo amici che vanno dall’imprenditore al fruttivendolo. Vittoria deve capire cosa è la vita, deve sapersi rapportare con tutti senza distinzione di ceto sociale. Non dimentico che vengo da una famiglia umile, ma con tanti valori. Come riportare le famiglie allo stadio? Puntando sull’educazione. Spesso i facinorosi hanno avuto infanzie difficili, senza educazione… Mio papà dice sempre “aggiusta l’alberello fino a quando è tenerello”. Noi genitori abbiamo un ruolo molto importante nella crescita dei figli. Quando vedo genitori che guardano le partite dei ragazzini e intanto sbraitano e insultano mi chiedo cosa possano imparare i bambini. Famiglie in ritiro? Meglio di no, la famiglia è importante ma la squadra quando è in ritiro deve concentrarsi e cogliere l’importanza della partita. Come vive la domenica la mia famiglia? Andiamo a Messa insieme, a mezzogiorno o alle 18: mia moglie, che pure ha fatto la catechista, si è avvicinata molto alla fede grazie a me. Se sono in ritiro con la squadra cerco di vivere la Messa anche con i giocatori: la fede è praticata e vissuta da molti».

SONO CAPACE DI PERDONARE «Cosa apprezzo in un sacerdote? La capacità di toccare temi quotidiani durante la predica, altrimenti poi seguire quel che dice diventa difficile. Episodio della Bibbia preferito? Il racconto del figliol prodigo. Mi piace perché insegna a perdonare. Se sono capace di perdonare? Sì, il perdono fa parte del compito dell’allenatore, altrimenti su 25 calciatori ne salveresti 10. Prima di perdonare però penso che si debba far capire gli errori: ci deve essere redenzione da parte di chi ha sbagliato. Come festeggerò Natale? Per me Natale vuol dire stare in famiglia. Mi piace andare a Messa a mezzanotte. Verranno i miei da Lecce o li raggiungeremo noi, di sicuro staremo assieme».

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