2015

Conte: «I giovani? Quelli forti giocano»

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Il c.t. dell’Italia parla del movimento calcistico nostrano

Intervistato dal mensile “Il nuovo calcio“, l’ex allenatore bianconero Antonio Conte, commissario tecnico della Nazionale Italiana, ha parlato della crisi in generale del movimento calcistico italiano: «Nelle scuole calcio si iniziano a inquadrare i giovani a livello tattico, quando In realtà, fino a una certa età, il divertimento e la libera interpretazione dei gesti tecnici, che sia un dribbling o un tiro, viene prima di tutto. Rispetto ad altri paesi europei abbiamo meno elementi capaci di saltare l’uomo. Abbiamo organizzato diversi incontri con allenatori di Serie A e B, oltre che con i tecnici e i responsabili delle squadre Primavera e Allievi. E’ emerso che quando i ragazzi si affacciano in prima squadra non sono pronti. Al di là di un discorso tecnico tattico, quello che è venuto alla luce è il gap fisico. Forse ci siamo dimenticati che il calciatore è anche un atleta».

LE DICHIARAZIONI – Prosegue il c.t.: «I giovani forti, quelli di qualità, giocano. Io ho esordito in Serie A a 16 anni e facevo tutti i ‘lavori’ dei miei compagni più ‘anziani’. Buffon lo ha fatto a 16 anni, Pogba a 18, Ranocchia con me all’Arezzo ha preso il posto al centro della difesa dell’allora capitano sempre a 18 anni. Per i calciatori forti la carta d’identità non conta mai. Anche il campionato di Serie B è importante per il nostro movimento e oggi tre giocatori che hanno lavorato bene in quel contesto come Zaza, Immobile e Florenzi sono stati titolari in Nazionale. Certo, pensare che ora ci siano calciatori di B pronti per la maglia azzurra è fuori luogo, però se qualcuno mantiene quanto di buono sta mostrando e si conferma nella massima serie…».

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