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La parentesi Conte-Atalanta: speranze iniziali, contestazioni e la litigata fatale con Doni

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La breve storia del tecnico Antonio Conte alla corte dell’Atalanta: dall’inizio promettente fino ad arrivare alla contestazione

Oggi compie gli anni Antonio Conte, ex allenatore dell’Atalanta. Avventura partita bene e finita tra le polemiche: soprattutto con Cristiano Doni e la vecchia guardia di allora.

Stagione 2009-2010, il presidente di allora Alessandro Ruggeri si ritrova in una situazione delicata: non soltanto dal punto di vista societario, ma anche sportivo con 4 sconfitte nelle prime 4 gare e con Angelo Gregucci fresco di esonero. Al suo posto si decide di prendere Antonio Conte: autore della promozione del Bari in Serie A, e che aveva dalla sua parte quella grinta necessaria per rivitalizzare un’Atalanta in panne.

L’inizio è abbastanza promettente con 9 punti in 5 partite: pareggi contro Catania, Chievo e Milan con due vittorie contro Udinese e Parma. Tutto sembrò funzionare, poi arrivò il 28 ottobre 2009: un Livorno-Atalanta dove costò la stagione ai nerazzurri. Non è la sconfitta in sé, bensì la forte litigata tra Conte e il capitano Cristiano Doni: una sostituzione non gradita che scaturì una forte litigata negli spogliatoi, considerando che nel 4-2-4 il tecnico lo riteneva inadatto (per quanto fosse metronomo dal punto di vista tattico). Due caratteri così forti e una società incapace di gestire la situazione hanno portato 6 sconfitte nelle seguenti otto gare, oltre che ad uno spogliatoio completamente contro l’allenatore.

6 gennaio 2010, si gioca Atalanta-Napoli, e già dalle formazioni iniziali cominciano le prime polemiche: Doni in panchina e Ferreira Pinto in tribuna. Quagliarella sigla lo 0-1, e dagli spalti si solleva il coro “Doni! Doni!”. Conte non esita a rispondere, e si rivolge verso la tribuna polemizzando la contestazione. Secondo tempo, Pazienza firma lo 0-2 abbattendo il ciclo Conte-Atalanta. Il mister nel post partita sfiora addirittura la rissa con gli ultras, dando le dimissioni il giorno dopo senza nessun rimpianto, per quanto qualche anno più tardi sostenne che una sua permanenza avrebbe portato l’Atalanta alla salvezza.

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