2014

Coni, tagli alla FIGC: patto saltato

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Scoppia il dibattito sul “calciocentrismo” italiano

CONI FIGC – Due mondi sempre più lontani, un patto saltato ed una rottura, alla cui base c’è il taglio di 22,5 milioni di euro del Coni ai contributi per la Federcalcio. Un taglio che non incide nel meccanismo calcistico in sé, ma indebolisce l’istituzione italiana. Ne è scaturita poi una competizione tra i vari sporti ed, infatti, Gianni Petrucci, al comando del basket, ha dichiarato: «Non è lo sport che è contro il calcio, è una parte del calcio che è contro gli altri sport. Vi manca l’umiltà». E dalla competizione si passa ad una sorta di evoluzione con il possibile passaggio dal “calciocentrismo” ad una nuova cultura sportiva.

PESO AI RISULTATI – In veste di rappresentante di tutti gli atleti nel Consiglio del Coni, Damiano Tommasi si è lamentato per lo scarso coinvolgimento degli stessi e del rischio che prevalga la ricerca del risultato a tutti i costi: «In questa sede è ancora più evidente la poca considerazione nelle decisioni. La ripartizione dei contributi, né la discussione, si è svolta alla presenza degli atleti, o dei loro rappresentanti. Se uno sa che vincendo una medaglia si quadruplicano i contributi, è chiaro che si corre il rischio che alla fine prevalga solo la logica dei risultati ad ogni costo».

ALL’ESTERO – Cosa accade lontano dall’Italia? Di sicuro non sono stati incassati i 62,5 milioni di euro percepiti finora dalla FIGC e questo in parte perché gli altri paesi europei non sono “calciocentrici” come l’Italia. La Football Association in Inghilterra percepisce meno di 10 milioni di euro, nonostante abbia un fatturato doppio rispetto alla FIGC, anche se in passato sono stati notevoli i contributi per la lotta contro gli hooligan e la costruzione dei nuovi stadio. In Francia i ricavi sono legati alle scommesse, mentre in Spagna non ci sono sovvenzioni, perché la Federazione ha deciso di non essere assoggettata al controllo contabile del Consejo Superior de Deportes. In Germania hanno sfruttato il volano dei Mondiali 2006 per rifare gli stadi. Lì, però, non ci sono contributi alle casse federali, ma finanziamenti per progetti.

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