Conferenza stampa Gattuso: "L'obiettivo è la Champions League, ho rifiutato tante squadre" - Calcio News 24
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2019

Conferenza stampa Gattuso: “L’obiettivo è la Champions League, ho rifiutato tante squadre”

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Conferenza stampa Gattuso: le prime parole da nuovo tecnico del Napoli di Rino Gattuso direttamente da Castelvolturno

Gennaro Gattuso ha parlato in conferenza stampa per presentarsi a giornalisti e tifosi come nuovo allenatore del Napoli. Le sue parole.

Conferenza stampa Gattuso: diretta

“Ho detto sì al Napoli perché negli ultimi 10 anni è stato protagonista in Italia e in Europa. Anche se non sta attraversando un momento positivo in campionato, è una grande squadra. Quasi tutti i giocatori sono funzionali al tipo di calcio che voglio fare. La prima volta che mi sono visto con il presidente è stato domenica, ho fatto 6 ore in macchina ad andare e 6 a tornare altrimenti mi beccavate voi (giornalisti, ndr). 

Con Ancelotti ci siamo sentiti stamattina, sono stati due giorni non facili; sapevo che dovevo affrontare una discussione, chiarirmi con Ancelotti, e dopo ho dovuto lasciare anche due o tre compagni dello staff. Per l’ennesima volta, Carlo si è dimostrato un papà per me. Mi ha fatto crescere, ho fatto 400 partite sotto la sua gestione e nei momenti di difficoltà mi ha dato sempre un aiuto. Oggi ho avuto una riconferma di quanto sia uomo.ù

Una cosa non vorrei che facciate paragoni,io sono giovane. Vorrei fare il 10% della sua carriera. L’obiettivo è l’Europa, questa è una squadra che non può stare fuori dall’Europa. Non voglio alzare l’asticella, in campionato il momento non è positivo, ma vogliamo recuperare punti e andare in Champions League.

Come si recuperano i punti? Testa bassa e lavorare, questa è una squadra che ha l’obbligo di provarci, comandare le partite. La squadra e la società mi devono aiutare e io devo aiutare le due componenti. Non dobbiamo perdere energie a fare delle cose che ci affaticano, dobbiamo pensare solo al lavoro, come si può affrontare questo problema che c’è da due mesi a questa parte.

L’incrinatura con la gente si recupera con i risultati, la strada è questa, senza girarci attorno cercando di esprimere anche un buon gioco.

Contratto? Mi fa sorridere questa cosa, siamo legati ai risultati. Sarei venuto ugualmente se il presidente mi avesse proposto 6 mesi di contratto. I calciatori sembrano essere fatti per me, per il modo in cui voglio giocare. 4-3-3? Vediamo, ho i giocatori giusti per fare quel tipo di gioco. Staff? Mancano due allenatori dei portieri e due preparatori, per scelte della società e perché non c’era bisogno.

Ibrahimovic? In questo momento, voglio parlare dei giocatori di cui ho a disposizione. Troppo facile parlare di altri giocatori.

Prima di ieri non ho sentito Ancelotti, non mi sembrava il caso prima di una grande partita come quella di ieri. Quando le cose non vanno bene, si va alla ricerca degli alibi. Ora dobbiamo pensare solo a cosa non ha funzionato: possiamo migliorare la fase di palleggio e la fase di difesa.

Tra quinto e quarto posto cambia tanto a livello economico per il club: vedere questa squadra settima, causa un po’ di imbarazzo. Questa squadra ha tutte le possibilità di arrivare in Champions League.

Da parte di Ancelotti, c’è stata grande apertura. Abbiamo parlato ed è giusto che quello che ci siamo detti me lo tenga per te.

Squadra che ha voglia di rivalsa, di far vedere che ci sono. Ho avuto questa sensazione, ma sono arrivato alle 12.30, li ho visti solo oggi pomeriggi. Sicuramente le sensazioni sono buone, ho fatto i complimenti al presidente, perché non mi aspettavo queste strutture. Sono rimasto molto sorpreso.

Responsabilità maggiore rispetto al Milan? Sì, perché so in che posto sono venuto, che aria si respira durante la settimana. Sono in un posto di mare, mi sono messo in un bel mare, ma chi mi conosce sa che non ho paura di nulla. Ho portato grande professionalità, ho la consapevolezza di lavorare con persone molto brave. L’ho detto già prima, c’è bisogno di risultati; per me è un motivo di orgoglio venire qua oggi. Ho rifiutato tante squadre, a livello funzionale non mi piacevano, questa invece mi piace. Adesso tocca a me e al mio staff.

Orgoglioso di essere terrone? Lo dico perché ho mia moglie che è italo-scozzese e la prima cosa che fa quando mette in moto il cervello, pensa in inglese. Io penso in calabrese, poi devo trasformare il tutto in italiano. Per questo lo dico, penso che sia giusto così, i miei genitori vivono giù, ho lasciato casa a 12 anni. Quando si portano avanti le origini e le tradizioni, va così. Si continua così, per questo dico sempre di essere orgoglioso di essere del sud.

La percezione che c’è all’estero del Napoli è molto più importante di quello che pensate voi, per via del parco calciatori e perché il presidente e la società non hanno venduto grandi calciatori. Poi è normale che qualcosa non ha funzionato; io devo ascoltare meno cose possibile, devo capire io cosa funziona. Non mi piace che le persone mi vengano a riportare le cose, a me piace toccare con mano le cose. I rancori e le situazioni personali non portano da nessuna parte. Bisogna concentrarsi in questi ultimi 10 giorni prima della pausa natalizia e fare bene in queste due partite.

Partita tra 2 giorni? Vediamo domani chi è a disposizione e chi ha recuperato bene. Affrontiamo anche una squadra carica a pallettoni, che va molto forte e non è un caso che sta facendo buoni risultati.

Insigne? È un patrimonio del calcio Napoli, è capitano di questa squadra, nato di questa città, il simbolo. Non punto tutto su di lui, punto su tutti. Devo trasmettere fiducia sia ad Insigne che a tutta la squadra.

Cambiamenti rispetto di Ancelotti? Non mi piace giocare con due linee da 4, si può cambiare lì. Non si farà nessun test, tra due giorni giochiamo, meglio preparare la partita, successivamente vedremo. So che lo staff di Carlo aveva una metodologia non tanto diversa dalla mia: qualcosa cambia, ma lo vedremo la settimana prossima.

Perché mi ha scelto il presidente? Sono in difficoltà, non lo so. Il fatto che ho scelto il Napoli è perché è una grandissima società, c’è un grande presidente, grande persone che lavorano attorno, grandi calciatori. Discussioni sul denaro ce ne sono state poche.

In questo momento dobbiamo essere bravi noi: sia da calciatore che da allenatore, ho sempre pensato che come la squadra scende in campo e affronta le partite decida l’umore dei tifosi. Dobbiamo essere noi bravi a far tornare l’entusiasmo ai tifosi.

Ottavi di Champions? Sono a febbraio, ho altri problemi. È una grande vetrina, poi gira e rigira, bisogna farsi il segno della croce.

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