2020
Conferenza stampa Conte: «In primavera 15 milioni di vaccinati, io lo farei subito»
Giuseppe Conte ha parlato nella conferenza stampa di fine anno
Giuseppe Conte, presidente del Consiglio italiano, ha parlato nella classica conferenza stampa di fine anno.
SOLIDARIETA – «Ringrazio i giornalisti per l’appuntamento di oggi e ne approfitto per fare gli auguri alla categoria e a tutti gli italiani. Dobbiamo far sentire la solidarietà delle istituzioni a chi svolge l’attività giornalistica. Possiamo auspicare chi si allarghi la base contributiva dei comunicatori, in modo da costituire in futuro anche un equilibrio finanziario. Sono questioni su cui dobbiamo lavorare insieme. Abbiamo dato segnali per precise crisi, come per la questione delicata della Gazzetta del Mezzogiorno e altre testate in difficoltà».
PIANO VACCINALE – «In Italia, il 27, si è tenuta questa giornata del Vaccine Day. È stato un fatto concreto ma anche simbolico. Abbiamo un piano di 470.000 dosi a settimana, entro a gennaio arriveremo a 2.350.000 con l’inserimento di un altro vaccino. In Italia abbiamo fatto una scelta di prova democratica: il Ministro della Salute è andato in Parlamento, con le Camere che hanno approvato il nostro piano. Prima gli operatori sanitari, poi gli ultraottantenni, chi va dai 70-80, poi chi ha una patologia cronica e infine sarà accessibile a tutti. L’Italia dimostrerà di essere all’altezza di questa grande sfida. A primavera inoltrata potremo avere 10-15 milioni di vaccinati. Il vaccino, io stesso lo farei subito, ma cerchiamo di rispettare le priorità».
SCUOLA – «Auspico che il 7 gennaio le scuole secondarie di secondo grado possano ripartire con una didattica integrata mista almeno al 50% in presenza, nel segno della responsabilità, senza mettere a rischio le comunità scolastiche. Se, come mi dicono, i tavoli delle prefetture, hanno lavorato in modo efficace, potremo ripartire quantomeno col 50%».
UFFICI PUBBLICI – «Abbiamo approfittato di dicembre per un ulteriore passo avanti, in una logica di massima flessibilità. Abbiamo coinvolto i prefetti, con tutte le autorità coinvolte, per una sintesi. Abbiamo compreso che il sistema è così integrato che non è possibile decongestionare i flussi attorno alla scuola, anche per il trasporto pubblico locale, se non si integrano i comparti diversi. Le prefetture hanno avuto il compito di coordinare soluzioni flessibili, da valutare paese per paese, scuola per scuola. C’è stata disponibilità a differenziare gli orari di ingresso anche negli uffici pubblici».