2020
Conferenza stampa Cairo: «Ho sbagliato a tenere tutti l’anno scorso. Sulla contestazione…»
Urbano Cairo ha parlato a margine della conferenza stampa di presentazione di Marco Giampaolo. Le sue parole
Urbano Cairo, presidente del Torino, ha parlato a margine della conferenza stampa di presentazione di Marco Giampaolo come nuovo tecnico granata. Le sue parole riportate da TMW.
MISTER – «So che alcuni hanno storto il naso quando ho detto che avevo cercato Giampaolo già in passato, ma è andata veramente così. Lo avevo già cercato un paio di volte, alla terza ce l’ho fatta. E’ un maestro di calcio, sa far giocare bene le squadre, sa sviluppare il talento dei giocatori, giovani e meno giovani. Anche Vagnati ha sempre avuto un grande apprezzamento per lui. Era una cosa da fare ad incastri e velocemente, avevamo poco tempo. Ora non perdiamo tempo, facciamo parlare il mister e poi anche io risponderò alle vostre domande e faremo il punto di tutto: dai 15 anni di presidenza alle strutture, parleremo di tutto. Intanto ringrazio Longo che ha fatto un finale di campionato positivo: l’obiettivo minimo era la salvezza, per come eravamo a un certo punto era complicato. Ha dato tutto e ha dato l’anima, gli ho sempre fatto grandi complimenti. Non ero soddisfatto dopo Ferrara e mi vergognavo, ma intanto avevamo colto l’obiettivo matematicamente».
DIFFICOLTÀ DI QUEST’ANNO – «Volevo tenere tutti un anno fa, ma lungi da me paragonarmi al Grande Torino e a quei tempi. Ma questa non è stata una buona idea: siamo in un momento diverso, sono passati tanti anni e c’è una mobilità diversa. Bisogna cercare di andare incontro ai desideri dei calciatori».
NKOULOU – «Ad esempio Nkoulou aveva un’aspettativa di essere ceduto: arrivato da noi, io non trattai con lui e gli fu fatta una mezza promessa di fare un anno qui e poi essere ceduto. Avevamo fatto bene e io volevo tenere tutti con qualche innesto, anche Mazzarri voleva tenere tutti e questo mi ha fatto disattendere una mezza promessa fatta al suo agente. E questa non è stata una cosa buona, perché se si fanno promesse bisogna mantenerle. E’ stato un errore mio voler tenere Nkoulou, e anche in Europa contro i Wolverhampton era giusto fargli giocare il ritorno, non bisognava crocifiggerlo. Con il senno del poi, farei le cose in modo diverso. C’è anche chi lo conosceva e ha fatto leva su di lui per portarlo via. Così abbiamo fatto la partenza falsa, siamo partiti tra i malumori e i calciatori ci tenevano ad andare avanti in Europa. La nostra stagione è durata 13 mesi, è stata lunghissima».
BAVA – «Ho anche deciso di promuovere dal settore giovanile Bava, ma quando il granellino di sabbia va nell’ingranaggio ci vuole qualcosa di diverso. Bava si è preso più colpe di quelle che aveva, tutto ciò ha fatto sì che ci fossero delle difficoltà. Abbiamo chiuso l’andata come l’anno prima, ma l’ambiente non era favorevole. E chi va in campo ed è contestato ha delle reazioni diverse, può diventare complicato. Da queste cose si possono avere degli insegnamenti, come avere la lucidità di accontentare i giocatori. Nkoulou si è comportato benissimo, Nana è il suo agente e anche lui si è comportato bene, ma purtroppo la cosa aveva generato degli umori non positivi. E così ho capito che bisogna tenere soltanto giocatori e dirigenti motivati».
15 ANNI DI PRESIDENZA – «Ho ripensato al mio percorso di 15 anni, e quali sono le stagioni in cui sono veramente deluso? Sicuramente la retrocessione del 2009, poi il 2010 che non facemmo nemmeno i play-off, poi questa stagione perché avevamo altre aspettative. Ci sono tre stagioni negative su 15, poi tante altre belle cose. Come la prima promozione o il ciclo con Ventura, con tanto di Europa League e una sconfitta immeritata contro lo Zenit. Con Mihajlovic facemmo bene, poi anche l’anno dopo con l’esonero di Sinisa e l’arrivo di Mazzarri non è un risultato da buttare».
INVESTIMENTI – «Per questo non so se è giusto buttare via tutto: anche a me spiace per i tre anni deludenti, ma ce ne sono altre di buon livello. Nelle ultime due stagioni ho perso 12-13 milioni all’anno, e non è poco. Se per essere apprezzato devo tutti gli anni perdere 20-30 milioni, non me lo posso permettere. E non credo sia giusto farlo».
STRUTTURE – «Io nel 2005 trovai soltanto macerie e non c’erano nemmeno i palloni o la squadra. Il nostro dg Comi, che conosce il Toro da 40 anni, mi dice che non ha mai avuto le strutture di oggi. Ora al Fila insieme al commendator Beretta faremo un investimento da 600mila euro per la sala relax e per la mensa. Io faccio investimenti sul Fila che non è del Toro, ma della Fondazione. E allora chiedo: perché non mi vendete il Fila e posso fare le migliorie? Come il Robaldo, lo abbiamo vinto quattro anni fa e io pensavo che potesse essere già pronto. In tre anni e mezzo avremmo fatto due Robaldo, non sarebbe stata una cosa piccola».
CONTESTAZIONE TIFOSI – «Io sono qui da 15 anni, ho sempre onorato tutti gli impegni: nella classifica decennale, siamo noni nel ranking Uefa tra le squadre italiane. Sul fatturato, Juve, Milan, Inter, Napoli, Lazio, Roma, Fiorentina hanno molti più tifosi, e conta molto nella ripartizione dei diritti televisivi. Mi dicono: “Non stiamo vincendo niente…” ma hanno sempre vinto le stesse squadre, il campionato come la coppa Italia. Chi è che ha vinto? E poi mi chiedono di vendere il Toro: non so se i tifosi avessero apprezzato che io vendessi a Ciuccariello, o a Proto o a Tesoro. Sicuramente lascerò il Toro, non ci starò a vita, ma lo voglio fare a una persona più brava e non lo metto in mano al primo che capita».
CICLO – «Vogliamo aprire un nuovo ciclo e oggi è molto importante avere pazienza e seguirlo nel suo tipo di calcio, oltre ad accontentarlo sul mercato. Mi ricordo che, quando arrivai al Toro, la gente sperava di restare nella parte sinistra della classifica. E non è una cosa di cui vantarsi, ma lo abbiamo fatto spesso. E anche il settore giovanile, a parte quest’anno, ha dato grandi risultati e prodotto numerosi giovani. Siamo in serie A da nove stagioni, era da quarant’anni che non succedeva. Dobbiamo anche guardare il bicchiere mezzo pieno, poi ripeto che io non sto a vita qui al Toro. Quando ho preso il Toro fatturavo già 250 milioni, non mi serviva il Toro per la notorietà. Semmai al Toro ho dedicato tanto tempo e l’ho tolto alla mia famiglia. E chi c’è in Italia che può permettersi di perdere 20 milioni all’anno?. Facciamo la lista, vedo qui l’Atalanta che ha cambiato marcia da quando è arrivato Gasperini: avrei potuto prenderlo anche io, ma era di scuola juventina e non so come l’avrebbe presa la piazza. Ora ho preso Vagnati, che ha un grandissimo scouting, e un mister che ha fatto grandi cose tra Ascoli, Cagliari e Sampdoria. Abbiamo fatto errori e abbiamo fatto modifiche, ora faremo gli interventi che servono».
CONTESTAZIONE TIFOSI – «Oggi non ho visto moltitudine qui davanti, ma mi dispiace. So che in tanti però mi vogliono bene. E quando le cose non vanno, devi inventarti qualcosa di nuovo. Può capitare che le cose non vadano bene, anche da altre parti ci sono contestazioni in atto. Io sono qui per farle andare meglio».
GIAMPAOLO – «Quanto tempo avrà? Tutto quello che gli serve, lo abbiamo preso per un lungo ciclo. E non è vero che dobbiamo prendere sei giocatori: leggo del portiere, ma noi abbiamo Sirigu e lo teniamo stretto. In attacco abbiamo Belotti, Zaza e Iago e un attaccante non ci serve. In difesa? Li abbiamo già i centrali. E poi abbiamo rinnovato Ansaldi, preso Rodriguez, c’è Singo che ha grandi prospettive, c’è Aina che per Giampaolo ha grandissime qualità. Ci serve un play, una mezzala e magari un esterno destro, ci manca il 15 per cento della rosa perché dobbiamo prenderne soltanto tre. Anche in mediana siamo messi bene, con Baselli che sta recuperando e Meité che è qui con noi».
CESSIONI – «Ho fatto un errore da matita blu l’anno scorso, mi sono anche scusato con lo stesso Nkoulou. Sarei contento di tenere anche quest’anno, ma se qualcuno ci dirà che non vuole rimanere faremo delle valutazioni. E procederemo in quel senso lì, io spero di no e per il momento nessuno mi ha detto nulla. Il mercato apre a settembre, abbiamo un sacco di tempo. Il mio obiettivo non è di vendere, ma di tenere giocatori motivati. E da parte mia voglio accontentare i giocatori, non voglio tenerne qualcuno che non vuole restare a Torino. Giampaolo è un maestro di calcio, non ama dire parole al vento e per questo motivo mi piace molto perché non fa proclami. Noi vogliamo accontentarlo, ma c’è un bilancio che va tenuto in considerazione».
STOP A CAMPIONATO – «Come si fa a dire che io volevo sospendere per evitare la retrocessione? L’Italia ha fatto bene a chiudere tutto, vedete Stati Uniti, Gran Bretagna e Brasile che non hanno chiuso hanno avuto tantissimi contagi. Oggi noi siamo al 16esimo posto, ma eravamo tra i primissimi e con le scelte giuste ci sono stati risultati positivi. Ci sono centinaia di migliaia di morti, come si fa ad essere così meschini da pensare che io pensassi solo a interessi personali? La pubblicità ha avuto un crollo incredibile, io pensavo a non licenziare i miei dipendenti ed era il momento più complicato degli ultimi 70 anni. Vedevo i problemi sulla prossima stagione, in parte già li abbiamo essendo andati oltre a giugno: vacanze brevi, poca preparazione, però alla fine abbiamo salvato il campionato. Non era facile giocare ogni tre giorni, ma lo abbiamo fatto. Però non si possono dire delle cose del genere».