2020
Come gioca il Torino con Moreno Longo
Longo raccoglie un Torino in grande difficoltà. Non sarà facile mutare le abitudini tattiche della squadra granata
Il cambio di allenatore ha portato una ventata di area fresca dalle parti del Filadelfia. Dopo due anni targati Mazzarri, il Toro ha scelto uno degli allenatori che più incarna il carattere e la filosofia granata: Moreno Longo. Ecco, quindi, come potrebbe giocare il club torinese sotto la guida dell’ex tecnico del Frosinone.
Come giocava il Torino di Mazzarri
Quest’anno poco ha funzionato, ma nella stagione passata il Torino di Mazzarri è stato tra le squadre più peculiari della Serie A. Tacciata in modo molto superficiale come formazione sparagnina e difensivista, in realtà applicava una fase di pressing intensa e coraggiosa. Non a caso, era tra le squadre che recuperavano più palloni in avanti. In modo simile a quello di Gasperini, Mazzarri applicava una pressione offensiva fortemente orientata sull’uomo con duelli individuali a tutto campo. Per gli avversari, era molto difficile uscire da dietro contro i granata, visto che il Toro era eccezionale nello sporcare le costruzione avversaria togliendo soluzioni di passaggio. Izzo rappresentava bene questo stile tattico, era frequente vedere il difensore campano accorciare e inseguire gli attaccanti anche nella metà campo rivale.
Di contro, il Torino era una delle squadre che più faticava nel produrre occasioni da rete. I granata quasi rinunciavano a qualsivoglia tentativo di palleggio elaborato: cercavano quasi sempre di metterla dal punto di vista fisico, esasperando il gioco lungo e il prevalere sulle seconde palle. Non si impostava in modo pulito dal basso e non si palleggiava per vie interne, tant’è che i trequartisti (Verdi soprattutto) hanno faticato a trovare un contesto giusto per le loro caratteristiche (poche volte serviti in modo pulito). La principale fonte di rifinitura del Torino è nel cross, i granata sono una delle squadre che più spesso alzano la palla.
Le caratteristiche di Longo
Nel Frosinone visto in Serie B, Longo non voleva l’iper verticalità di Mazzarri. Era anzi una squadra che intendeva consolidare il possesso, coi 3 di difesa che partecipavano molto alla costruzione. Per quanto il tecnico di Grugliasco abbia detto di saper giocare anche a 4 dietro, va detto che le caratteristiche del Torino rendono difficile questa soluzione. I difensori si esaltano nell’accorciare in avanti, mentre i laterali amano dare ampiezza in avanti invece che partecipare al palleggio da dietro.
Non è facile prevedere l’impronta tattica che darà Longo, troppa poca esperienza per il neo allenatore granata, si può però già prevedere quali tratti tipici di Mazzarri verranno progressivamente attenuati. Probabilmente, il nuovo allenatore cercherà di costruire una squadra meno frenetica e più in grado di consolidare il palleggio.
Sarà poi interessante vedere come e quanto cambierà la fase di non possesso: se comunque manterrà un pressing alto soprattutto a uomo, o se invece si opterà per una difesa più di posizione, in cui si aspetta l’avversario nella propria trequarti e si pensa più alla copertura degli spazi. Insomma, la cosa che pare più probabile è il mantenimento del modulo, visto che la difesa a 3 è l’habitat più comodo per la rosa granata. Vedremo quanto Longo muterà le caratteristiche di una squadra oggi molto fisica e disabituata a un calcio più ragionato e paziente.